Violenza di genere, confronto tra Impegno Donna, Tribunale e Procura di Foggia: "Misure cautelari più adeguate e prevenzione"
Rinforzare la protezione delle donne vittime di violenza ed evitare morti annunciate, come il femminicidio di Celeste Palmieri. Con questo obiettivo l'associazione Impegno Donna ha richiesto un confronto con il Presidente, dott. Gentile, con il Procuratore, dott. Vaccaro e con il Procuratore aggiunto, dott. Guarriello.
LE MISURE CAUTELARI. L'incontro dello scorso 26 novembre ha consentito di portare all'attenzione del Tribunale e della Procura alcuni nodi critici e altamente rischiosi per l'incolumità delle donne e che le sottopongono alla vittimizzazione secondaria.
Nello specifico: le misure cautelari, quando risultano inefficaci, e le allegazioni al procedimento civile della violenza che portano all'affidamento condiviso e agli incontri protetti in nome della bigenitorialità, disattendendo gli artt. 31 e 48 della Convenzione di Istanbul e i richiami europei.
La disponibilità al dialogo ha aperto un possibile varco di collaborazione con il Presidente del Tribunale e rinforzato quella con la Procura e ha portato all'mpegno condiviso su alcuni punti fermi: misure cautelari più tutelanti e adeguate ai singoli casi considerando la reale funzionalità ed efficacia del braccialetto elettronico; applicazione delle misure di prevenzione a fine pena per i condannati per reati di violenza di genere; promozione di azioni di sensibilizzazione per favorire un cambiamento culturale che influenza anche il sistema giustizia.
I CUAV. È stata, inoltre, ribadita la necessità di incrementare gli invii degli autori di violenza ai Cuav (Centro Uomini Autori di Violenza) e delle donne vittime ai Cav (Centri antiviolenza), attraverso percorsi di formazione specifici delle figure professionali che ruotano intorno al sistema giustizia, con il coinvolgimento degli Ordini professionali.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.