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Volontariato, la carica di ‘Capitanata evviva’: “Un progetto che funziona, la nostra pubblicità è il passaparola”

La riunione di 36 associazioni

Una Sala Farina gremita e silenziosa ha fatto da sfondo al secondo evento di ‘Capitanata Evviva’, la rete di trentasei associazioni di volontariato locale, presieduta da Luigi Miranda. Le varie realtà associative sono state presentate da alcuni esponenti, divisi per macro - aree: salute, diversa abilità, servizi, aeroporto, consumatori, migranti e cultura.

TRENTASEI ASSOCIAZIONI. Una rete costruita tramite il passaparola, e non attraverso una cooptazione, come sottolinea il presidente Luigi Miranda: “il mondo del volontariato foggiano è una realtà molto forte e attenta. Questo progetto nasce dall’ambizione di riunire sotto uno stesso nome, tutte le associazioni locali. Ad oggi siamo trentasei, e non perché abbiamo effettuato un reclutamento. Semplicemente perché ‘Capitanata Evviva’ è un progetto che funziona. La nostra pubblicità è il passaparola. Siamo trentasei stasera, speriamo di essere il doppio domani”.

ISTITUZIONI ASSENTI. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto della situazione, su quello che è stato realizzato e su quello che si può ancora realizzare. Molto critica, a questo proposito, la voce degli intervenuti nei confronti delle istituzioni, considerate troppo lontane dai problemi della gente comune e incapace di fare del volontariato una risorsa. Proprio Luigi Miranda, in occasione del suo intervento di apertura, ha voluto sottolineare come tra le istituzioni e i cittadini ci sia sempre più distanza: “La fiducia verso le istituzioni è assente, e sicuramente ognuno conosce le proprie responsabilità in questo. Ma il volontariato, questa meravigliosa risorsa, fa in modo che uomini e donne possano mettersi in moto per raggiungere il bene comune. Purtroppo la politica considera il volontariato, il più delle volte, un inutile spreco di tempo e di energie. Ma, probabilmente, definisce inutile il volontariato solo perché non lo può gestire”.

MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA. Lo snodo di tutti gli interventi successivi, è la necessità di creare una società civile sempre più consapevole e motivata al raggiungimento di una migliore qualità della vita. “Un miglioramento che si può ottenere partendo dai piccoli gesti - ha affermato Carmela Catalano, rappresentate della macro area ‘diversa abilità’ – partendo dal non parcheggiare sulle strisce pedonali, in un posto riservato ad un disabile o in prossimità di uno scivolo. E questo non perché abbiamo a cuore le motivazioni dei diversamente abili, ma perché ci interessa costruire una città fruibile per tutti.”

Bianca Bruno

di Redazione 


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