Altro che “Impresa in un giorno”. Lo slogan con cui al governo è stato sintetizzato l'avvento di un'era caratterizzata dalla facilità di intraprendere un'attività economica e dall'eliminazione di tutte le difficoltà burocratiche in capo agli imprenditori evidentemente da queste parti è ancora un miraggio. Nello scorso mese di luglio, il Ministero dello Sviluppo Economico ha preso “carta e penna” (in senso figurato fortunatamente, la nota è inviata a mezzo PEC) e ha scritto a 31 Comuni della Capitanata contestando loro ufficialmente la mancata attivazione dello sportello unico attività produttive (SUAP) in modalità telematica. Ora dovranno farlo entro sessanta giorni per evitare l'arrivo di un commissario esterno.
TUTTO IN UN CLICK. Chiunque giri tra uffici e sportelli sia in città che in provincia sa già di cosa si parli vivendo sulla propria pelle l'esperienza di pellegrinaggi tra Enti vari, cavilli interpretativi da superare e soprattutto “quintali di scartoffie” da compilare e consegnare, alla ricerca disperata di un timbro di accettazione delle istanze. Eppure tutto questo da oltre due anni non dovrebbe più esistere. Dopo gli insuccessi degli anni novanta, infatti, il Dpr 160/2010 ha riordinato la disciplina dello Sportello Unico Attività Produttive. Secondo le nuove norme, in vigore dal settembre 2011, il Suap rappresenta l'unico canale di comunicazione tra imprese e amministrazione e per accedervi è obbligatorio utilizzare gli strumenti telematici in modo da garantire semplificazione e certezza dei tempi di conclusione.
UN'UNICO PORTALE. E' nato anche un portale specifico all'indirizzo
www.impresainungiorno.gov.it. Bastano tre click sulla cartina dell'Italia che si trova raffigurata per raggiungere il link del Suap del Comune desiderato. Ma 31 Comuni della Capitanata non hanno provveduto ad attivare
la pagina personalizzata. Per farlo avrebbero dovuto
accreditarsi presso il Ministero dimostrando di possedere i requisiti richiesti in termini di dotazioni hardware e software oltre che di personale dedicato o, in alternativa,
delegare l'esercizio delle funzioni
alle Camere di Commercio territorialmente competenti già dotate dell'infrastruttura telematica. E invece sino ad ora hanno totalmente ignorato le disposizioni continuando ad accettare istanze cartacee e costringendo professionisti e imprenditori a continuare la solita trafila tra uffici commerci, ASL, uffici prevenzione incendi, ecc. Alberona, Apricena, Ascoli Satriano: a scorrere i Comuni "bacchettati" in rigoroso ordine alfabetico non c'è che da restare attoniti. Tra i
Comuni inadempienti ci sono piccole realtà come Celle di San Vito, ma anche paesi con oltre 30mila abitanti e a grossa vocazione produttiva come
Lucera e
Manfredonia con buona pace nel caso di quest'ultima delle imprese arrivate con il contratto d'Area.
ALLERTATO IL PREFETTO. Il tempo pare scaduto. I Comuni dovranno avviare con la necessaria urgenza le procedure ai fini dell'istituzione del SUAP. In assenza di un riscontro la nota invita la Prefettura ad attivarsi per giungere alla nomina di un commissario ad acta: una figura esterna chiamata in soccorso del Comune per procedere d'ufficio all'attivazione del Suap o per valutare l'esistenza di impedimenti strutturali insuperabili che ne impediscano l'operatività. Sarà un rientro dalle ferie tutt'altro che morbido per qualcuno.