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L'appunto con i pagamenti in nero, i fogli nascosti in un armadietto e poi spostati: ecco le accuse a Sannella

Il contenuto dell'ordinanza firmata dal gip Giulio Fanales

Soldi in nero – tanti – frutto di reati fiscali, consegnati da Massimo Curci, per il tramite del fratello Nicola, nelle mani di Fedele Sannella e riciclati da quest'ultimo, secondo l'accusa del tribunale di Milano, all'interno del Foggia calcio per far fronte a spese relative al pagamento degli stipendi dei calciatori, ai lavori allo stadio e ad altri fornitori. Il terremoto giudiziario che si abbatte sulla società rossonera e che ha portato all'arresto del patron Fedele Sannella nelle prime ore del mattino di oggi è legato all'operazione Security, la stessa che lo scorso 4 dicembre aveva già portato all'arresto dell'ex vicepresidente Curci.

LE PROVE DELL'ACCUSA. Fedele Sannella è accusato di riciclaggio, reato punito con una pena da quattro a dodici anni, per aver ricevuto da Massimo Curci la somma di 378mila 750 euro, provento di reati (50mila nella stagione 2015/2016 e 328mila 750 nella stagione 2016/2017), e di averli impiegati nel Foggia calcio. A provarlo innanzitutto un foglio manoscritto dallo stesso Curci denominato “Contanti soldi dati a Fedele”: un elenco di somme versate,per un totale di 328mila 750 euro; in secondo luogo, due messaggi Whatsapp ricevuti lo stesso giorno dall'amministratore delegato Roberto Dellisanti e inviati da Massimo Curci. In uno, l'ex vicepresidente scrive: “Versamenti Euro 1.235.000 - Altri versamenti Euro 328.750 euro”: la prima somma corrisponde con esattezza ai bonifici transitati nel Foggia calcio, la seconda è perfettamente identica a quella riportata sul foglio ritrovato ed è pertanto considerata dai giudici versata in nero. Il secondo messaggio riporta “Anno precedente Euro 401.000 euro”, testo che secondo i giudici si riferisce al totale versato nella stagione 2015/16 per i quali però 50mila euro non risultano tracciati. Vi è, infine, il dialogo riportato tra Nicola Curci e Fedele Sannella nel quale il patron ora agli arresti chiede conto della perquisizione avvenuta negli uffici del commercialista di Carapelle nel maggio scorso e successivamente assicura che “avrebbe fatto sparire la documentazione extrabilancio del Foggia calcio”.

L'ORDINANZA. Nelle 46 pagine dell'ordinanza della procura di Milano si ricostruisce l'intera vicenda che inguaiano il Foggia Calcio a partire dagli “antefatti”, vale a dire la serie di reati fiscali commessi da Massimo Curci che gli hanno permesso di avere a disposizione una notevole liquidità. Scrive il gip che Fedele Sannella “avanzava continue pretese di consegna periodica di tale denaro in contanti tenendo personalmente la contabilità delle spese in nero”. Inoltre – annotano sempre i giudici – non appena appreso della perquisizione in corso negli uffici di Curci nel maggio scorso, Sannella provvedeva a trovare un nuovo nascondiglio per la contabilità extrabilancio del Foggia calcio, solitamente conservata in un armadietto all'interno dello stabilimento Tamma, confermando in tal modo la a consapevolezza della provenienza illecita del denaro e la volontà di celarne il suo utilizzo.

GLI INTERROGATORI. Interrogato in carcere lo scorso 16 dicembre, Massimo Curci ha confermato al pubblico ministero che l'appunto sequestratogli dalla procura intitolato “Contanti soldi dati a Fedele” era stato scritto da lui stesso e riportava l'elenco del denaro corrisposto a Fedele Sannella “a seguito delle sue continue pressioni” in quanto necessitava “di tali importi per spese relative al Foggia Calcio quali esborsi per il pagamento di lavori allo stadio, il pagamento dei fornitori e quello degli stipendi ai calciatori”. Proprio le forti insistenze di Fedele Sannella, spiega ancora Massimo Curci ai magistrati, avevano causato continui litigi tra di loro tanto che – riporta l'ordinanza - “malgrado le resistenze di Sannella, Curci si era cautelato ottenendo alcune fotografie, scattate dal fratello Nicola ritraenti fogli della contabilità delle spese in nero, conservati da Sannella in un armadietto all'interno della sala destinata alle assemblee della società Foggia Calcio”. Si tratta di fogli scritti a mano da Fedele Sannella su carta intestata della Tamma, recanti la dicitura “Max, Franco, Io”, seguito da un elenco di calciatori del Foggia per ciascuno dei quali è indicato l'importo di denaro suddiviso in base a chi aveva effettuato il versamento: Max (Massimo Curci), Franco (Franco Sannella), Io (Fedele Sannella). Nicola Curci, sentito due giorni dopo il fratello, aveva ulteriormente confermato il versamento a Fedele Sannella di somme in contanti “per un importo quasi mai inferiore a 25mila euro, in banconote da 20, 50 e 100 euro”. Ricevuto il denaro, Nicola Curci spiega che lo consegnava a Sannella “custodito in busta con elastico, presso lo stadio, all'interno della stanza destinata ai dirigenti o del locale adibito alle riunioni dei soci”. Sannella, da parte sua, ribadiva a Nicola Curci l'imputazione delle somme ricevute alla quota, spettante ai Curci, per il sostenimento delle spese da lui sostenute nel Foggia.

L'ARRESTO. Fedele Sannella, anch'egli ascoltato dai magistrati milanesi lo scorso 9 novembre, ha invece negato di aver ricevuto somme in contanti da Massimo Curci non riuscendo però a fornire spiegazioni in merito all'appunto sequestrato a Curci e relegandolo a una sorta di “prospetto previsionale inerente alle spese future per la gestione della società calcistica”; una versione giudicata inverosimile dagli inquirenti in quanto riportanti somme talmente specifiche (ad esempio 24.568 euro per Iemmello, 15.049 euro per Possanzini) da essere incompatibili con semplici idee progettuali. Per il gip, l'unica misura in grado di contrastare il pericolo di reiterazione del reato è la custodia in carcere poiché Sannella ha assunto “il ruolo di riciclatore con il carattere di abitualità e professionalità, in più ricercando un nuovo nascondiglio per la contabilità extrabilancio del Foggia ha “approfittato di ogni margine di movimento lasciato dagli inquirenti per mettere al sicuro gli strumenti necessari alla prosecuzione indisturbata dalle operazioni di riciclaggio”. Da qui l'arresto nonostante nel frattempo Curci non sia più socio della società, un punto su cui probabilmente si baserà la difesa dell'imprenditore foggiano.

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di Redazione 


 COMMENTI
  • luc

    25/01/2018 ore 13:36:26

    e chiù d' quist che vuj dic?
  • Giosha

    25/01/2018 ore 15:50:31

    Ma è possibile visionare l'intera ordinanza su internet o è riservata?
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