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Chiesa delle Croci, 300 mila euro per "una mano di calce colorata"

Il restauratore Salvatore Patete: “Un intervento scellerato su un sito del 1600”. Pronto un esposto alla Procura per “danneggiamento di monumento nazionale”

“Cosa hanno fatto con 300.000 euro che potevano realmente servire ad eseguire un restauro a regola d’arte? Dove e in cosa sono stati spesi? Perché non si è imposto all’impresa l’assunzione di personale qualificato (restauratori) come impone l’attuale normativa del MIBACT per il restauro di monumenti sottoposti a vincolo? L’impresa che in subappalto ha eseguito i lavori aveva l’esperienza e le competenze per portare a termine l’opera a regola d’arte?”.

“HANNO TRASFORMATO IL MONUMENTO IN UNA PALAZZINA INTONACATA!”. A buon intenditor, poche domande, con buona pace del proverbio stravolto, se questo serve ad accendere i riflettori sul più importante monumento della città di Foggia: la Real Chiesa di Montecalvario, più comunemente conosciuta come Chiesa delle Croci. A porre questi interrogativi non è un foggiano comune – che comunque tiene alla propria indignazioni di cittadino – ma un restauratore della soprintendenza, peraltro di stimata e lunga esperienza: Salvatore Patete. Nel suo primo giorno senza impalcature davanti al portale d’ingresso del noto “Cappellone”, non arriva nessun complimento per lo “svelamento” dell’Arco di Trionfo della nota chiesa. Anzi, poche ciance: “È stato fatto un intervento a dir poco scellerato – sostiene Patete – hanno passato grassello di calce colorato su tutta la superficie, danneggiando la conformazione del monumento: hanno imbiancato un sito di interesse nazionale del ‘1600, trasformandolo in una palazzina intonacata!”.

PRONTO UN ESPOSTO ALLA PROCURA PER “DANNEGGIAMENTO”. Sotto accusa, a detta dell’esperto – anche se non sono pochi, sui social network, anche i comuni cittadini sorpresi in negativo dal color ocra del portale della chiesa – il modus operandi che vede coinvolte due amministrazioni, da quella guidata dall’ex sindaco Gianni Mongelli che individuò nel fondo regionale la possibilità di restaurare la chiesa, all’attuale giunta di Franco Landella che ha firmato l'appalto di 300mila euro in favore dell’azienda Mondo Edile e che ha affidato la direzione dei lavori all’architetto Antonio Nigro (15 mila euro al netto di iva, come da determina allegata all’articolo). “In questi giorni, dopo le mie lamentele in soprintendenza – continua Patete – hanno provato a ‘grattare via’ quello che hanno fatto, ma è impossibile rimuovere tutto vista la porosità e la corrosione del tufo (come da fotografie, ndr). Al portale hanno dato, come si dice, ‘una mano di calce’ colorata che ha tolto ai foggiani uno dei pochi monumenti storici della città!”. Una beffa che non va giù all’esperto restauratore il quale, seppur con rammarico, fa sapere che alcune associazioni legate alla tutela dei beni culturali stanno pensando di fare un esposto alla Procura della Repubblica per “danneggiamento di monumento nazionale”.

LA DISAMINA TECNICA: “CHI DEVE RIMEDIARE A QUESTO SCEMPIO?”. Una situazione grave, dunque, che mette in dubbio la gestione e l’esecuzione di un restauro di tipo “conservativo” del valore di 300mila euro e in cui, secondo Patete, non si avverte minimamente la mano di un tecnico specializzato, un restauratore, così come previsto dalla legge nel caso di lavori riguardanti siti di interesse storico nazionale – e la Chiesa delle Croci di Foggia lo è senz’altro. “Hanno trattato questo monumento al pari di una palazzina in tufo da intonacare – prosegue Patete, entrando nel vivo di una disamina tecnica – è stata eseguita la scarnitura di tutte le fughe con attrezzi pesanti che hanno causato la perdita dei bordi e la caduta di porzioni di conci tufacei lesionati o deteriorati. E’ stata eseguita la stilatura con malte preconfezionate non idonee, applicate in maniera selvaggia anche sui conci e lisciate con spugnature che hanno occluso le superfici alveolizzate dalla corrosione del tempo. Dopo la stuccatura il monumento appariva un ammasso di colore grigio. Ed infine per ridare il colore ormai perduto e nascondere lo sfregio, hanno deciso di passare una mano a pennello di grassello colorato con ocra gialla sulla totalità delle superfici, obliterando definitivamente la superficie tufacea del monumento. Il costo di queste operazioni – conclude non senza polemica il restauratore – non è di certo 300.000 euro e neanche 100.000: vorrei sapere come sia stato possibile fare una cosa simile e soprattutto, chi deve rimediare a questo scempio?”.

GIA’ PAGATI DAL COMUNE 100MILA EURO. “Ritengo, infine, che la stazione appaltante non debba emettere nessun pagamento fino all’accertamento delle responsabilità”. Una preghiera, più che una richiesta, quella avanzata da Salvatore Patete e, a conti fatti, già disattesa. Il 23 novembre scorso infatti, la Giunta ha dato il via libera alla prima tranche di pagamento avente come oggetto “Il Restauro Conservativo, riqualificazione della Chiesa delle Croci valorizzazione del centro storico della città di Foggia attraverso itinerari turistico-culturali legati alle sue tradizioni”. Nella determina infatti (anch’essa allegata all’articolo) si legge che è stato liquidato “l’importo di € 100.000 in favore della ditta Mondo Edile con sede in Foggia”, per quanto riguarda il lavoro di restauro e di riqualificazione del così denominato “Arco di Trionfo” della Chiesa delle Croci.

ADESSO E’ DI COLORE OCRA: ADDIO MONUMENTO?. Una normale prassi di restauro del monumento avrebbe previsto le canoniche fasi d’intervento volte al recupero del materiale litico (tufo) che lo costituisce. Lo stesso Salvatore Patete, non lesinando i particolari di come si sarebbe dovuto operare, evidenzia tutti i passaggi (qui solo sintetizzati): pulitura delle superfici, pre-consolidamento corticale del tufo, impiego di acqua deionizzata per evitare fenomeni ossidativi e variazioni cromatiche del supporto tufaceo, scarnitura e stilatura non invasiva… Ma, a esser sinceri, non occorre un occhio esperto per notare che qualcosa di strano è stato fatto, tanto da stravolgere (quanto meno) il colore del più importante monumento cittadino che, adesso, appare tinto di ocra, con sfumature tra il giallo e il rosa. Siamo davanti all’ennesimo restauro andato a male? .

di Alessandro Galano

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 COMMENTI
  • giuseppe

    20/12/2015 ore 22:21:15

    Da cittadino foggiano natio del quartiere borgo Croci devo dire che la disamina fatta da Patete non fa una grinza, questo lo dico non da esperto ma da semplice osservatore quotidiano del mutamento dell'arco della chiesa in questione. Dice bene Patete che per vedere il danno fatto non ci vuole un esperto e di fati io non lo sono. Ai foggiani voglio ricordare unaltro scempio simile fatto dall giunta Verile quando a Foggia venne Sua santità il Papa Giovanni Paolo II , 1986-87 , Il proano della villa comunale fu dipinto con il ducotone bianco. Verile e compani meriterebbero di essere fucilati per quello scempio fatto sul colonnato della villa, poiche esso e di travertino romano, e da che mondo e mondo il marmo o la pietra non si dipingono. Cari foggiani con questo voglio dirvi che di per sè il fatto più grave non sono i cattivi restauri, ma il menefrechismo dell'amministrazione della cosidetta società civile e della MAGISTRATURA foggiana, essi vivono come noi nella nostra città leggono anche loro le notizie ( scarse ) che leggiamo o sentiamo o vediamo noi, ma che cazzo fanno. Quasi tutti i giorni passo per la Chiesa delle Croci, non ci voleva l'occhio di falco per vedere che ci lavorava erano solo degli operai muratori e non restauratori, Cum s dic a Foggia , e Giuwann dorm e magn. E Natale e o Cappllon di cruc s n so magnat d fette d panettone ( e non solo Giovanni ) i vocc so assaje, voce di popolo voce di DIO. Siamo a Natale e i colpevoli di tutto ciò dovrebbero pentirsi e riconciliarsi col Signore, che lascia sempre una porta aperta. Uomini dello stato che si pentono? che ci volete fare sono un credulone. Buon Natale a tutti
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