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“Colpevoli”, le storie dei detenuti del Carcere di Foggia nel libro di Annalisa Graziano: parlano gli uomini, non le foto segnaletiche

Mercoledì 19 aprile, ore 18.30, alla Fondazione Banca del Monte

“Alcuni si sentono colpevoli fino in fondo, altri in parte. Tutti quelli ascoltati, comunque, hanno intrapreso un percorso di revisione del reato, a seconda dei casi, riflettendo sulla loro condizione anche in relazione con la vittima, oltre che sulla pena da scontare”. Nelle parole della giornalista e autrice Annalisa Graziano, tutta la qualità d’intenti di un libro nato e scritto tra le mura della Casa Circondariale di Foggia, pubblicato da La Meridiana, casa editrice pugliese che – si legge sul sito web – “fa libri utili”, come confermano i contributi che aprono e chiudono questo interessante lavoro, rispettivamente firmati da Don Luigi Ciotti e dalla foggiana Daniela Marcone, presidente e vicepresidente nazionali dell’associazione Libera. Domani, pertanto, mercoledì 19 aprile, alle ore 18.30, nella sala "Rosa del Vento" della Fondazione Banca del Monte, avrà luogo in anteprima nel territorio la presentazione del libro, dal titolo "Colpevoli. Vita dietro (e oltre) le sbarre”.

“LA PAROLA E’ FONDAMENTALE”. Scorrono le storie vere dietro i nomi e le foto segnaletiche riportate dalla cronaca nera. Le voci di uomini, padri, figli e mariti, intervistati e raccontati dall’autrice attraverso lo strumento del reportage giornalistico, a metà strada tra intervista pura e racconto, senza rinunciare a quella dose di compassione intesa nella sua accezione filosofica più profonda, ossia come “partecipazione al dolore”. Un’empatia oltre l’ordinario che ha nella parola, scritta e orale, la propria dimensione eletta, come confermano gli stessi detenuti intervistati quando parlano, ad esempio, dell’importanza di avere una biblioteca interna, di poter incontrare scrittori e volontari, psicologi e operatori che li ascoltino, che parlino con loro. “La parola è fondamentale – ha detto in merito Annalisa Graziano – soprattutto quando arriva dall’esterno: è la loro boccata di ossigeno e c’è anche chi ha scoperto la scrittura proprio grazie ai libri, altro legame importante con il mondo”. È il caso di Donato, intervistato durante la propria attività di bibliotecario in carcere e che, proprio durante l’isolamento dei primi due mesi di detenzione, ha scoperto la sua vocazione per la lettura, per il racconto scritto, provando con la forza della parola anche a sanare il rapporto con la sua figura paterna, forse alla base dello sbaglio che gli ha tolto la libertà.

IL LIBRO E IL PROGETTO SECONDO I DETENUTI. “La risposta dei detenuti è stata ottima – rivela l’autrice, parlando della ricezione dell’opera da parte dei reali protagonisti della stessa – perché tutti, anche coloro i quali nutrivano alcune riserve iniziali, alla fine hanno deciso di raccontare e di raccontarsi. Tra questi, mi ha fatto molto piacere raccogliere la testimonianza di un detenuto di nazionalità albanese che, all’inizio, si vergognava molto per quello che aveva fatto, soprattutto dell’opinione che avrebbero avuto i suoi figli… Successivamente però, è stato contento di concedermi di utilizzare le sue iniziali, affinché gli stessi figli potessero, un domani, imparare dai suoi errori. L’ho incontrato qualche giorno prima dell’uscita del libro – conclude Annalisa Graziano – e mi ha fatto tanto piacere vedere la luce che aveva negli occhi: era la sua prima uscita in permesso quella, e aveva uno sguardo molto diverso rispetto ai primi tempi”.

“LORO VOGLIONO IMPARARE UN MESTIERE”. Oltre alle storie però, i protagonisti di “Colpevoli” hanno fornito anche interessanti proposte in merito al senso stesso della rieducazione penitenziaria, come confermano le parole dell’autrice: “Loro vorrebbero fare tutte le attività possibili, ma vorrebbero soprattutto una maggiore formazione lavorativa in carcere, imparare un mestiere insomma, per quando usciranno”. Un aspetto, quest’ultimo, di certo non semplice sul piano istituzionale: a parte i bandi regionali infatti, queste forme di attività sono soprattutto ad appannaggio dei volontari, a dispetto di una richiesta di partecipazione da parte degli stessi ospiti delle carceri ben più elevata rispetto ai posti a disposizione nel caso di progetti approvati dall’alto. “La noia – spiega Annalisa Graziano – è molto sofferta, tanti detenuti ci mostrano la loro voglia di imparare a fare qualcosa, di impegnare il tempo, darsi da fare: non siamo bestie chiuse in una stalla, ci dicono, ma persone”.

I DIRITTI D’AUTORE A SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ IN CARCERE. “Colpevoli”, infine, realizzato con il sostegno della Fondazione Banca del Monte, si compone di due parti: la prima dedicata al mondo carcere, la seconda all’esecuzione penale esterna, attraverso il racconto delle realtà del Terzo Settore segnalate da UEPE, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna. L’autrice, Annalisa Graziano, ha rinunciato ai diritti d’autore: i proventi sosterranno attività nel carcere di Foggia. Alla presentazione di mercoledì 19 aprile, pertanto, interverranno anche gli altri attori che hanno reso possibile questo progetto: il presidente del Csv Foggia, Pasquale Marchese, il direttore in missione del carcere di Foggia, Giuseppe Altomare, la vicepresidente nazionale di Libera, Daniela Marcone, la direttrice delle edizioni La Meridiana, Elvira Zaccagnino, e il presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia, Saverio Russo.

di Alessandro Galano


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