Sequestro GrandApulia, inchiesta aperta nel 2014: ecco i reati contestati
Gestione illecita dei rifiuti nella riconversione dell'ex area industriale, mancanza della valutazione di impatto ambientale, dell' autorizzazione paesaggistica e del parere dell'Autorità di Bacino nell'edificazione del nuovo centro commerciale.
IL SEQUESTRO. Sono questi i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica che hanno portato al sequestro cautelare dell'intera area di 70mila metri quadri di proprietà della Finsud, avvenuto stamattina a pochi giorni dell'inaugurazione del GrandApulia.
L'OPERAZIONE. Le indagini sono state condotte dal Corpo Forestale dello Stato a partire dal 2014 nelle ultime fasi coordinate con la Guardia di Finanza su segnalazione ed esposti presentati da singoli cittadini.
REATI AMBIENTALI. Secondo gli inquirenti sarebbe stata realizzata una discarica abusiva attraverso il livellamento e il tombamento delle antiche vasche di decantazione utilizzate dallo Sfir all'interno delle quali sarebbero stati riversati i materiali inerti degli immobili demoliti.
REATI EDILIZI. A decorrere dal 2010, inoltre, l'intervento edilizio sarebbe stato frammentato al fine di evitare le necessarie richieste di valutazione impatto ambientale, autorizzazione paesaggistica e parere autorità di Bacino. La gravità dei reati contestati hanno indotto la Procura a richiedere il sequestro dell'area.
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