Fuochi di Ferragosto, Liberazione animale non ci sta: “Perchè il Comune di Foggia non deve sottostare alle regole?"
“Per quale motivo un evento organizzato direttamente dal Comune non dovrebbe sottostare alle stesse regole, se i rischi sono gli stessi?”. A porsi la domanda è Liberazione animale, che intende rispondere all'ordinanza del sindaco Franco Landella, perché “l’atteggiamento demagogico palesato dall'amministrazione comunale cela diverse inesattezze”. Il nodo cruciale sono i fuochi di Ferragosto: “L’intento della nostra diffida – spiegano da Liberazione animale - non era quello di privare la cittadinanza dei tradizionali festeggiamenti per la Patrona, piuttosto quello di spingere l’amministrazione comunale a predisporre tutte le azioni necessarie al fine di minimizzare il più possibile i rischi per persone, animali e cose”. (LEGGI:Ferragosto, l'ordinanza di Landella per "difendere" i fuochi d'artificio: "La gente li apprezza, li faremo").
LA DEROGA. La normativa che citiamo a sostegno della nostra diffida – spiegano dall’associazione - prevede, quantomeno sulla carta, un iter molto stringente per privati ed enti che intendessero porre in essere la medesima attività d’intrattenimento, iter sicuramente predisposto a tutela della pubblica salute e sicurezza, che prevede, tra l’altro, il divieto di accensione di fuochi notturni a meno di 1500 metri dal centro abitato. Da qui, le perplessità dell’associazione animalista sulla (auto)deroga del Comune di Foggia.
LE ASSOCIAZIONI. “Inoltre – proseguono da Liberazione animale -, se è sicuramente vero che una parte della cittadinanza è favorevole allo spettacolo pirotecnico, è altrettanto vero che il sindaco, con un atteggiamento alquanto arbitrario, decide di ignorare del tutto le istanze di quei cittadini che ai fuochi sono contrari, ritenendoli dannosi o comunque superflui. Del resto, nell’ordinanza viene ‘dimenticato’ che la diffida è stata sottoscritta, oltre che dall’associazione antispecista “Liberazione Animale”, anche dalle sezioni locali di WWF, Legambiente e Lipu, nonché dal Centro Studi Naturalistici, Cicloamici, Capitanata Rifiuti Zero, A largo Raggio e dal Centro C.O.S.E., che, tutti insieme, rappresentano una bella fetta di cittadinanza civile”.
I SOLDI. Infine, l’aspetto economico. “Ultimo, ma non meno importante – concludono dall’associazione -, ufficialmente la spesa per luminarie e fuochi d’artificio consta di euro 18.500, 8000 circa dei quali destinati allo spettacolo pirotecnico. Ora, considerate le tante criticità che purtroppo affliggono la nostra città, riteniamo che quel denaro, invece di andare letteralmente in fumo, avrebbe potuto essere investito per fornire qualsiasi altro servizio utile ai cittadini".
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