Landella ritira le dimissioni, Marasco sbotta: "In soccorso del sindaco chi aveva firmato la mozione di sfiducia"
Non si fermano, come prevedibile, le polemiche politiche dopo il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco di Foggia, Franco Landella. E dopo la scelta di tre consiglieri - Cassitti, Iaccarrino e Clemente - di appoggiare il primo cittadino. Ed è proprio a loro tre, che hanno presentato un nuovo gruppo in Consiglio, che si rivolge il capogruppo consiliare del Partito Democratico, Augusto
Marasco.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA. "Trasformismo - tuona Marasco - è il 'valore’ politico a cui si ispira il nuovo gruppo consiliare costituito nell'esclusivo interesse dei suoi componenti e del sindaco Landella, non certo il “senso di responsabilità” verso la città.
Landella è lo stesso sindaco che due dei tre ex-consiglieri di minoranza, Saverio Cassitti e Leonardo Iaccarino, erano pronti a sfiduciare in Consiglio comunale determinando lo scioglimento anticipato dell'Assise e il commissariamento 'lungo e doloroso' (cit. Franco Landella) che oggi s'impegnano a scongiurare offrendo sostegno ad un'Amministrazione in apertissima crisi.
Per la precisione, Iaccarino è stato l'estensore di una prima mozione di sfiducia, poi archiviata in un cassetto, e il sottoscrittore di quella che ho personalmente redatto, e che ha ottenuto 12 delle 13 firme necessarie alla sua presentazione per cercare di porre fine al coma amministrativo indotto dall'incapacità, l'incompetenza e l'inconcludenza di Landella e della sua Giunta".
LE DIMISSIONI. "All'appello - prosegue poi Marasco - rispose favorevolmente Saverio Cassitti e non Sergio Clemente, la cui appartenenza al gruppo consiliare del Partito Democratico era oramai cessata formalmente da almeno due anni.
Francamente, faccio fatica a comprendere quale possa essere l'apporto politico che il 'gruppo dei tre' potrà fornire a Landella e sono curioso di conoscere quale sarà la contropartita di sottogoverno promessa ad uno o a ciascuno di loro.
Di una cosa però sono certo: il sindaco avrebbe fatto meglio, proprio per il bene della città, a confermare le proprie dimissioni ed a chiudere la sua pessima esperienza amministrativa preservando il minimo sindacale di dignità".
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