Stavano smontando una Golf appena rubata: la proprietaria non si era ancora accorta di aver subito il furto
Dopo gli ultimi tre arresti, di appena qualche giorno fa, ed il contestuale recupero di un’auto rubata e di autoricambi di provenienza delittuosa per un valore di oltre 100.000 euro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cerignola hanno sequestrato un’altra centrale del riciclaggio di auto rubate, traendo in arresto due ricettatori. Si tratta di Michele Carota e Giuseppe Rubbio, entrambi pregiudicati cerignolani, il secondo fratello di Rubbio Domenico, arrestato proprio durante l’ultimo blitz dei Carabinieri.
LA PROPRIETARIA DELL’AUTO IGNARA DEL FURTO. Era il tardo pomeriggio dello scorso mercoledì quando i militari hanno proceduto al controllo di una proprietà lungo la via Ofantina adibita, di fatto, a compravendita di autoricambi. Nel perquisire il sito, i militari hanno rinvenuto all’interno del cassone di un camion un motore Wolkswagen che, dagli accertamenti eseguiti, è risultato fabbricato lo scorso gennaio e montato su una Golf immatricolata nel marzo successivo, di proprietà di una donna di Este, in provincia di Padova. Anche in mancanza di una denuncia per furto, i carabinieri hanno pensato di contattare la legittima proprietaria dell’auto la quale, poiché in vacanza in un’altra località, non si era ancora accorta che la sua vettura era stata, effettivamente, rubata.
I PEZZI DELLA VETTURA. I militari sono riusciti a ritrovare tutti i pezzi dell’auto, smontata pochissime ore prima: il motore, i sedili, le portiere, il portellone posteriore, il cofano motore, il cruscotto, gli pneumatici e quant’altro. Addirittura, nel cruscotto, anch’esso smontato, è stato ritrovato lo scontrino di un supermarket proprio di Este, a conferma della genuinità dell’intuizione dei carabinieri. A questo punto, i militari hanno proceduto al sequestro di tutto il materiale trovato nel deposito, per il quale non si è potuto rinvenire alcun documento che ne legittimasse il possesso, e all'arresto dei due che, su disposizione del P.M. di turno, sono quindi stati rinchiusi nel carcere di Foggia. Tutto quanto sequestrato, del valore di circa 50.000 euro, è stato trattenuto per i successivi accertamenti.
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