Come nei migliori film gialli, la scoperta del colpevole implica
un percorso lungo e accidentato. Tutti hanno un alibi pronto da
sfoggiare e tutti, all’ora del delitto, erano da un’altra parte.
Come nei migliori film gialli, il colpevole bluffa, torna
ripetutamente sul luogo del delitto, dissimula la sua colpa
facilmente e qualche innocente rischia la galera per conto suo.
I COLPEVOLI. Cercare i responsabili del caporalato in Puglia è come cercare l’assassino di un film giallo. Solo che quest’anno i morti di sudore e di fatica nelle campagne ci sono stati per davvero. E purtroppo non è un film.
Secondo gli agricoltori, c’è solo una piccola fetta di disonesti e tante persone perbene che stentano ad arrivare a fine mese. Secondo il sindacato non è così, e il margine di profitto che gli agricoltori riservano a sé stessi, sottraendolo alle paghe, è ben più elevato. Secondo l’industria di trasformazione, è tutta colpa della grande distribuzione, che impone i suoi prezzi, a cascata, a tutti. E poi c’è sempre la politica, il primo indiziato per bocca di tutti, e l’ispettorato del lavoro, le forze dell’ordine, le istituzioni in genere. Di cui tutti sospettano a voce bassa e che non si fanno quasi mai vedere in giro.
ALLA FINE DEL CONVEGNO. “La filiera non etica” non voleva essere una passerella per imprenditori e politici, e non lo è stato. I politici, pur invitati, non son venuti. Gli imprenditori sono stati messi nell’angolo e il pubblico ha potuto sfogliare l’album dei sospetti: gli agricoltori, i trasformatori, la Regione, il sindacato. Tra di loro si nasconde forse il colpevole di questa storia ignominiosa che è il caporalato, una delle macchie più indecenti sulla fedina penale già sporca, di un territorio che ne ha combinate tante.
Alla fine di una serata intensa, molto partecipata, organizzata con il sudore della fronte con quel visionario di Antonio Fortarezza, siamo tornati tutti a casa chiedendoci chi sia il colpevole, l’assassino.
LE INDAGINI. Io un’idea me la sono fatta. I colpevoli – chi più chi meno – erano ovunque, sia sul palco, tra gli interventori, che in sala, e forse come in ogni film giallo che si rispetti, l’assassino è colui che non ti aspetti. Perché quei pomodori sporchi rosso sangue li compriamo tutti al supermercato, e meno costano e più li compriamo. E meno costano, e più la filiera dovrà scaricare il costo sui più poveri, che sono i migranti che si spaccano la schiena nei campi.
Ma questa è solo una mia congettura ovviamente. Prove non ce ne sono e le indagini sono aperte.
Dopo ieri sera, a cercare il colpevole siamo un po’ di più, e già questa mi pare una buona notizia.