Quando andai al mio funerale
dal blog Libridintorno di Giuseppina Dota
Settembre è un Capodanno quasi più evocativo di quello titolare. La
ripresa delle attività, l'incontro con le routine rodate o da
ristabilire, gli incipit di nuovi corsi di studio, la palestra, tutti
noi abbiamo accarezzato un proposito "da settembre". In genere è più
proficuo della dieta "da lunedì" e quindi ci piace di più.
IL LIBRO. Nella bellezza degli eventi letterari e libreschi che hanno riempito il settembre di Capitanata, tra i quali ha un meritato posto di spicco l'edizione 2015 del Festival Questioni Meridionali che ha portato in città, tra gli altri, Cecilia Strada e Vinicio Capossela, voglio assolutamente dedicare una menzione speciale a uno splendido libro esiguo, Solo bagaglio a mano, di Gabriele Romagnoli, edito da Feltrinelli, presentato dall'autore nella libreria ku:blai a Lucera. In pochi racconti, tutti ricordi di viaggio collocabili tra l'ordinario che è capitato a ciascuno di noi (la fila al check-in, una valigia smarrita) e lo straordinario (non molti di noi sono riusciti a partecipare al proprio funerale, con cerimonia appositamente preparata in Corea, e poi a tornare a raccontarlo), la suggestione di "non ingombrare, non essere ingombranti", di quanto la scelta del proprio bagaglio, reale e metaforico, possa essere determinante nell'imprimere una direzione alle scelte della nostra vita, alla libertà di occasioni che si possono cogliere o si possono perdere, secondo la nostra capacità di liberarci della "zavorra". Un linguaggio bellissimo, scorrevole ed essenziale ma non per questo scarno, anzi la rara abilità di rendere la confortevolezza della narrazione senza spendere neppure una sillaba in più. Un libro lieve e intenso, una leggerezza che lascia tracce profonde, un'ora di fila a pendere dalle parole, mai interrotte, accolte con la più grande attenzione, di un affabulatore bravo e capace come pochi.
L'AUTORE. Gabriele Romagnoli, se non fosse abbastanza evidente dalle righe già scorse, è tra i miei preferiti in assoluto. Mi piacciono i libri, tanto, e ancora di più mi piacciono i libri quando hanno l'immediatezza di un giornale, della cronaca, e però sanno anche leggere, nel solo svolgimento dei fatti, l'uomo, la società, il mondo che cammina. Narratore tenuto a battesimo da Pier Vittorio Tondelli, giornalista inviato per il globo fin dall'inizio della carriera, titolare di rubriche stupende che mi hanno fatto giocoforza affezionare anche a riviste non indispensabili (vedi Vanity Fair), viaggiatore di lunghissimo corso che punta a cento paesi stranieri da visitare nel corso della vita, ed è già a quota settantaquattro circa, quest'uomo alto, esile, dal tono di voce pacato, che ha avuto per compagno di conversazione uno zaino da viaggio dalle molte zip e di dimensioni contenute, ha trasportato con leggerezza tutti noi che eravamo lì presenti nei luoghi bizzarri delle sue esplorazioni, nell'inganno della convenzione del tempo e del calendario, così legati e invece così antitetici, nel dramma planetario delle Twin Towers abbattute e nella miseria circoscritta degli omicidi "passionali" della provincia italiana, nella selezione dei capi di vestiario intercambiabili che ci servono in viaggio e nei meandri del tifo sportivo di cui spesso ha scritto - presente non a caso all'incontro l'animatore della pagina Turista per calcio- complice l'atmosfera raccolta che ku:blai ha offerto ai partecipanti.
LA LIBRERIA. Del resto, entri in ku:blai, a un solo passo dal cuore di Lucera, a ridosso della cattedrale, e senti subito che è un caffè libreria ma è diverso, per fortuna, dalla libreria mainstream che vende solo best seller ultrasospinti ed è anche diverso dai bar dove la politica, la sociologia e la vita che scorre sono argomenti che conoscono solo l'accetta per venire sgrossati. Scaffali lineari e libri protagonisti, bancone discreto, colori pacificanti e gentilezza suprema, uno spazio live più che adeguato, questo piccolo gioiello aperto da pochi mesi può divenire davvero il rifugio di chi ama leggere, di chi apprezza la calma e la riflessione. Coraggioso cambio di rotta nel percorso di un ragazzo giovane innamorato dei libri e rattristato da un lavoro che non lo soddisfaceva più, il titolare di ku:blai ha investito i suoi sogni e le sue capacità in una impresa insolita e bellissima, che vi invito a conoscere e a sostenere, anche a mezzo della pagina facebook Kublai - Libri Cibi Incontri, e più ancora dal vivo, fiduciosa che le occasioni si moltiplicheranno. E quanto a Romagnoli, per seguire il quale ho dovuto fare la dolorosa scelta di perdermi l'evento con Cecilia Strada che si teneva in contemporanea, lo conservo nella memoria tra gli incontri più belli, da tenere fisso nel mio bagaglio a mano. Grazie, Capitano.