La comunità è più povera per la mancata ricaduta dei benefici economici di un esercizio commerciale, per la deminutio di sicurezza che deriva dallo spegnersi di luci e vetrine che illuminavano i marciapiedi, per il ridotto controllo sociale che è sempre insito in qualsiasi attività che veda passare del pubblico, e che si interrompe quando quelle serrande vanno giù.
Ma questa volta, per chi scrive, e anche per molti fra voi che leggono, è peggio. Chiude, a giorni, Stilelibero, dell’irriducibile Mauro Falciani, fiorentino capitato a Foggia per ragioni personali, e che invece di fuggire come il noto proverbio suggerisce, pensò di stabilirsi qui, e, per vivere, di fare ciò che ama di più: lavorare con i libri. Una scelta professionale che a Foggia è molto più che una sfida, come numerosi librai o ex librai, sottoscritta compresa, possono confermarvi. Questa è una città che legge poco, o forse è più corretto dire che conta discrete quantità di lettori forti, ma sconosce del tutto la lettura come fatto sociale. Fatevi venire in mente il nome di una biblioteca di quartiere, per esempio. E non è una contraddizione, là dove funzionano tante biblioteche, ci sono tante librerie, non sono attività in competizione.
Mauro ha portato il suo modo di essere nella sua dimensione di libraio. Un vulcano, un talento puro nel riconoscere la vera letteratura, nell’individuare gli esordienti con la penna più originale, accattivante, una fucina di idee per promuovere la lettura, e insieme il rifiuto del best seller banale, del caso letterario inutile e gonfiato. Stilelibero ci ha proposto occasioni di incontro particolari, variegate, dalla notte in libreria con l’autore, con tanto di sacchi a pelo, alla serata libro+focaccia+birra, dalla proiezione di documentari su grandissimi autori del novecento –John Fante e Charles Bukowski, per esempio- con contorno di vino e letture, serate da decine e decine di partecipanti, ai corsi di scrittura creativa con grandissimi scrittori italiani. Con una particolare predilezione per i generi che si classificano tutti insieme come “noir”, Stilelibero è una libreria indipendente, il che significa una complessità di gestione aziendale che si concilia davvero male con le contingenze del mercato editoriale. L’argomento è interessante, e fondante quanto alla decisione di chiudere, ma non è l’oggetto del mio saluto alla mia libreria.
Per me Stilelibero è uno dei luoghi, fisici e della mente, che segna il prima e il dopo rispetto a quando ti ci imbatti. A me quella libreria soleggiatissima, colma di colori, niente orpelli solo librilibrilibri su scaffali come quelli di casa, ha dato la misura della libertà che la scrittura poteva regalarmi, dopo i doni che la lettura mi prodiga da più di trent’anni. Ho incontrato scrittori primi in classifica, e gli ho dato del tu ascoltando indiscrezioni sui lavori ancora inediti, ho ascoltato brani indimenticabili dalla voce di chi li aveva scritti (il più emozionante di tutti, “Notte di primavera” da Vipera, di De Giovanni), mi sono resa conto che la penna è un talento, e non per forza o esclusivamente un lavoro, per cui ho preso coraggio dalle storie di chi fa lo scrittore di notte e un altro lavoro di giorno, come è diffusissimo tra gli scrittori italiani, e mi sono cimentata nel mio piccolissimo ambito nella stessa cosa. Anche questo piccolo spazio, di cui vado fiera, è un risultato delle tante, tantissime ore passate da Stilelibero, ad osservare ed ascoltare, e naturalmente a leggere.
I risultati ottenuti da Mauro, con le sue sole forze, sono di un clamore che farà eco ancora per tanto tempo. La foto che vedete a corredo di questo articolo mostra due ospiti tra le decine che sono arrivati a Foggia, e sono gli ospiti di cui Mauro va più fiero, che tanto hanno apprezzato il suo lavoro al punto da tornare più e più volte, per presentazioni, corsi di scrittura, condividere focaccia e whisky, di quello buono. Sono Matteo Strukul, giornalista e scrittore, selezionato con l’ultimo lavoro per il premio Scerbanenco, e Tim Willocks, autore inglese che ha scritto moltissimi romanzi per il mercato di lingua angolassone e ha venduto decine e decine di milioni di libri nel mondo intero, e che Mauro chiama, propriamente e ricambiato, Amici.
Con loro, moltissimi altri, Sandro Bonvissuto, Fabio Bartolomei, Maurizio De Giovanni, Luca Poldelmengo, Mauro Marcialis, Romano de Marco, Marilù Oliva, Francesca Bertuzzi, Sara Bilotti, Teresa Petruzzelli, Carlo Mazza, Eduardo Savarese, Piegiorgio Pulixi, Marco Marsullo, Gianluca Morozzi, Roberto Costantini, Massimo Lugli, Salvatore Piscicelli, Stefano Piedimonte, Alessandro Berselli. E decine e decine di altri, e chissà quanti nomi anche a me cari ho scordato. Tutti passati da qui, tutti di una infinita disponibilità verso i lettori di Stilelibero.
Mauro se ne va, si riporta a Firenze la sua capacità di creare la magia intorno ai libri. Firenze gli darà senza dubbio i risultati che la sua bravura merita. A Foggia restano due serrande abbassate, tra decine di altre che già erano basse. Foggia è più povera, e Foggia è già povera. Preoccupiamoci, occupiamoci di noi.