Una Giulia canterina, dal libro al cinema
dal blog Libridintorno di Giuseppina Dota
No, tranquillissimi, non c’entrano le sfumature di nessun triste colore. Ve ne ha già parlato chiunque, in questa fine d’inverno del 2015 non sei nessuno se non hai parlato (male) del film tratto da una trilogia di grande successo e scarsi contenuti. No, no, qui siamo una orgogliosa minoranza, che vuole parlarvi di libri belli, cose piacevoli, film divertenti, e farvi benedire i soldi spesi in queste attività.
IL FILM. Il film in questione è Noi e la Giulia, per la regia di Edoardo Leo, nel cast Claudio Amendola, Carlo Buccirosso, Luca Argentero, Anna Foglietta, lo stesso Leo, e anche se non siete avvezzi frequentatori di cinema lo avete almeno sentito nominare, perché ha avuto un “passaggio” televisivo non piccolo nel corso dell’ultimo Festival di Sanremo: è probabile quindi che siate tra i milioni di telespettatori che hanno assistito alla promozione, fatta dal cast, sul palco dell’Ariston. Non diversamente da molto cinema italiano degli ultimi anni, questo film è una commedia. Per fortuna una commedia lieve, senza alcuna grevità, che fa ridere, sorridere, in certi passaggi vi sembrerà di stare raccontando in prima persona tanto assomiglierà a un pezzetto della vostra storia, la storia narrata vi presenterà lo scontro tra l’ideologia e la necessità dell’arrangiarsi anche oltre i confini della legalità come un ineluttabile momento che arriva sempre nella vita di ciascuno. E senza alcun intento didascalico il film vi racconterà solo che la parte che vince non è sempre scontata, non vi diranno che il bene o il male sono destinati ad estinguersi, solo che, se è vero che non esistono battaglie condotte ad armi pari, dove manca il potere non è mai tempo perso provare a contrapporre l’ingegno. Il film è bello, regia, fotografia, recitazione, colonna sonora, vi piacerà. Ma il dato di partenza è che il film non potrebbe essere così, se il libro non fosse almeno altrettanto bello.
IL LIBRO. Giulia 1300 e altri miracoli, per le edizioni e/o, è il bel romanzo da cui questo film è tratto. Seconda prova dello scrittore romano Fabio Bartolomei, uno dei talenti più interessanti della nuova leva di scrittori italiani, ha un registro ironico che fa apprezzare la trama, surreale e attuale. Alcune persone, tutte con buffe e ordinarie storie di fallimenti alle spalle o in corso, si ritrovano socie in una sgangherata impresa economica, un agriturismo in una campagna del Sud Italia, e dovranno difendere il loro investimento, che è anche l’ultimo salvagente che hanno, dalle ingerenze e dalle minacce dei malavitosi locali. La soluzione che decidono di adottare è quanto di più improbabile possa venire in mente in frangenti simili, e solo l’innegabile fortuna che li accompagna evita un epilogo tragico, e anzi crea molte occasioni di gag divertenti. Le vicende che si sviluppano ci raccontano i personaggi nel loro intimo, nel loro assomigliarci, o per altri soggetti raccontati ci rassicurano quando li percepiamo troppo assurdi per essere veri, o almeno, troppo distanti da noi perché finiamo così. Talismano dei malavitosi, e poi da un certo punto in poi anche dei “buoni” è una automobile Giulia 1300, testimone e protagonista, presenza letteralmente invisibile ma impossibile da ignorare, tanto fa “rumore” la sua assenza. Se posso usare un aggettivo per descrivere la scrittura di Fabio Bartolomei, quello sarebbe “delicato”. Una scrittura che usa l’ironia per sorridere di vizi, difetti, piccole indulgenze e per rischiarare grandi dispiaceri, senza mai mettere in ridicolo nessun carattere umano, che affonda anche nel brutto dei nostri tempi e dei nostri consessi umani senza calcare la mano sulla disperazione che, pure, ne fa ampiamente parte.
LA CASA EDITRICE. Diversi i titoli che lo scrittore ha pubblicato in pochi anni, particolarmente indovinati anche La banda degli invisibili e We are family, tutti usciti per e/o – e al riguardo, oggi spendo una parola per dire che questa è, di tutte, la casa editrice che seguo di più, di cui apprezzo tutte le uscite, tutti gli autori. Una piccola casa editrice i cui volumi difficilmente avete trovato impilati in grandi colonne al centro delle librerie, ma con una ricerca che punta sempre al meglio, dalle storie alla grafica, alla copertina, all’editing di ottimo livello. Sentiamoci un po’ minatori, quando andiamo in libreria, non evitiamo per partito preso le cose in bella vista, ma conserviamo la curiosità intraprendente dei cercatori di oro del Klondike.
Giuseppina Dota