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Gli Aeroportuali Stagionali scrivono a Emiliano: “Esclusi da tutti i decreti, è la nostra ultima speranza”

Centinaia di lavoratori pugliesi dimenticati dagli aiuti, anche foggiani

“In quanto pugliesi, vorremmo sottoporre alla Sua attenzione e sensibilità il nostro problema, che ormai è diventato un grande disagio: economico, sociale e di identità lavorativa. Ci sentiamo, in breve, letteralmente invisibili”.

“LA BEFFA DI UN’ESCLUSIONE INFORMALE”. A scrivere al Presidente Emiliano è la delegazione di lavoratori Aeroportuali Stagionali degli scali di Bari e Brindisi: coloro che, negli anni passati, e in particolare la stagione scorsa, hanno contribuito in modo tutt’altro che trascurabile a fare della Puglia una delle tappe più “servite” e richieste in assoluto. E che, ad oggi, non compaiono nei vari interventi previsti, tanto a livello nazionale che regionale. “Per noi, Presidente – si legge nella lettera ufficialmente inviata il 22 giugno in Regione – non è stato previsto nessun tipo di aiuto. Siamo stati esclusi dal primo decreto Cura Italia (LEGGI ARTICOLO) e, di fatto, anche dal Decreto Rilancio: in quest’ultimo, infatti, abbiamo ricevuto la beffa di un’esclusione ‘informale’ dovuta alla mancanza, nei nostri contratti precari, della dicitura ‘stagionale’. In pratica, siamo stati esclusi perché il nostro contratto non è terminato il 31 gennaio 2020, ma successivamente: per questo mero cavillo siamo stati lasciati fuori”.

LAVORATORI PUGLIESI (E FOGGIANI). Stagionali aeroportuali di fatto, cui però non è riconosciuta la stagionalità, causa contrattualità infauste che, in momenti di massima crisi, da semplici diciture nero su bianco si trasformano in vere e proprie condanne: la sintesi di una situazione che riguarda centinaia di lavoratori pugliesi – e, tra questi, anche foggiani. Professionalità che, solo lo scorso anno – come segnalano nella missiva – hanno contribuito attivamente al raggiungimento di profitti record, come confermano gli 8 milioni di passeggeri totalizzati dal solo scalo di Bari.

“NON VOGLIAMO MORIRE PRECARI, MA NON VIVIAMO ‘COME’ PRECARI”. “Ci sentiamo profondamente abbandonati, esclusi, invisibili – si legge ancora – ‘usati e gettati’ senza alcuna sicurezza o garanzia di futuro. Non vogliamo morire precari ma, ad oggi, non stiamo neanche vivendo ‘come’ precari, bensì al di sotto di questi: un’intera categoria con centinaia di lavoratori cui non è stato riconosciuto né previsto nulla di nulla”.

LA NOSTRA ULTIMA SPERANZA. Una protesta di “taglio regionale”, si potrebbe dire, che si aggiunge a quella nazionale dello scorso 19 giugno che ha riguardato gli stagionali aeroportuali “riconosciuti” per contratto, giunti a Roma per far sentire la propria voce. “Ormai la stagione è iniziata – scrivono infine i precari – e noi continuiamo a vivere in uno stato di ansia e incertezza che non sappiamo fino a quanto durerà. Siamo certi che Lei, Presidente, camminerà al nostro fianco, per arrivare con dignità alla prossima stagione 2021, nell’attesa di una regolarizzazione. È la nostra ultima speranza”. La richiesta, in definitiva, è quella di poter ottenere un incontro a Bari, nell’attesa di un provvedimento in grado di “contenere, quando non alleviare, il nostro grave problema”.

di Redazione 


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