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Foggia sotto le stelle... Del jazz

Davanti al Teatro Giordano, la prima serata della rassegna, stasera, con Kenny Garrett

Ritrovare una tradizione che ha precedenti importanti in città e farlo attraverso una nuova veste, all'aperto, estiva, davanti a quello che può essere considerato il simbolo della rinascita culturale di Foggia, il Teatro U. Giordano. Questa sera, ore 22, comincia la rassegna che porta il nome del principale contenitore artistico cittadino accostato ad un genere musicale che ha nel capoluogo dauno un punto di riferimento storico a livello nazionale: “Giordano in Jazz”. È, di fatto, il pezzo pregiato del cartellone di Foggia Estate (considerato che il concerto del 15 agosto di Renzo Arbore è un “fuori programma”).

“LA MANO DEL MOODY”. Si parte con Kenny Garrett, uno dei principali sassofonisti della sua generazione e tra i più importanti al mondo, diretto discendente della Duke Ellington Orchestra (condotta da Mercer Ellington), presso la quale ha ottenuto il suo primo ingaggio ancora giovanissimo. A garantire per la qualità dell'evento – oltre alle varie collaborazioni, o “credits” come si dice in ambito jazzistico, con nomi del tenore di Freddie Hubbard, Woody Shaw, Art Blakey & The Jazz Messengers e Miles Davis – c'è la mano di Nino Antonacci, direttore artistico del Moody Jazz di Via Nedo Nadi e, in accordo con l'Amministrazione, chiamato a selezionare e suggerire i nomi da contattare per questa rassegna di luglio, forte di un'esperienza ormai decennale (info: 300 posti a sedere, costo dei primi 200: 15 euro; 10 euro per gli ultimi 100).

IL “COLTRANIANO” KENNY GARRETT. Tecnicamente, Garrett sarebbe un “coltraniano”, ossia un discepolo dello stile jazzistico modale che fa riferimento ad una delle due chimere storiche della cosiddetta musica degli dei: John Coltrane (l'altro è Charlie Parker). Dissonanze, reiterazioni, ritmi percussivi, scambi rapidi, interplay forsennato con gli altri componenti della formazione: sono solo alcune delle caratteristiche del modo di suonare di Kenny Garrett, uno dei solisti più rappresentativi e originali della scena jazzistica mondiale. In carriera però, l'altosassofono di Detroit (è anche flautista, in questo fedele all'insegnamento di un altro grande del jazz, Eric Dolphy, compagno di avventure dello stesso Coltrane) ha partecipato anche ad alcune delle più interessanti sperimentazioni maturate dal genio di Miles Davis il quale, com'è noto, nell'ultima parte della sua carriera ha dato un solido contributo alla nascita di correnti musicali importanti, come ad esempio il fusion. Questa sera, a Piazza Battisti, Garrett suonerà con il suo quartetto base (altra garanzia di qualità poiché spesso, ma non sempre, i “turnisti” nazionali non sono all'altezza dei grandi nomi americani): Vernell Brown al piano, Corcoran Holt al contrabbasso, Marcus Baylor alla batteria e Rudy Bird alle percussioni.

GLI ALTRI APPUNTAMENTI IN RASSEGNA. Ma “Giordano in jazz” continua con altri due nomi di assoluto rilievo internazionale: il 13 luglio prossimo infatti, è di scena Jarrod Lawson, fresco vincitore dei Jazz Fm Soul Awards come migliore artista soul dell'anno 2015. Sarebbe il meno noto dei tre ma, a conti fatti, è sicuramente il più sperimentale: compositore, tastierista e cantante fortemente ispirato ad artisti del calibro di Stevie Wonder e Donny Hathaway, fautore di una miscela sonora che sintetizza e rilancia funk, jazz, gospel, blues e soul. A conclusione della rassegna poi, il 15 luglio, quello che è forse il nome più noto, vincitore nel 2015 del Golden Globe per la colonna sonora del film “Birdman”di Alejandro Gonzales Inarritu. È Antonio Sanchez, uno dei batteristi più richiesti della scena jazz internazionale, compagno di avventure sin dal 2002 dell'ormai leggendario chitarrista Pat Metheny, inserito al fianco di artisti come Chick Corea e Gary Burton, e punto di riferimento di quella generazione di “nuove stelle” che fa a capo a Joshua Redman, Chris Potter, John Patitucci, David Sanchez, Marcus Roberts, Avishai Cohen, Miguel Zenon, Scott Colley, Dave Samuels.

di Alessandro Galano


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