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L’Italia di Ninetto pelleossa, il “picciriddo” di Marco Balzano: un libro che parla di noi

Stasera alla Ubik, ore 19, il vincitore del Premio Campiello 2015. Domani, alla Cremeria di Lucera

Le piccole, grandi migrazioni interne all’Italia, in quel lasso di tempo che va dal dopoguerra e arriva sino alla fine degli anni ’60. È il campo d’indagine prediletto da Marco Balzano, giovane scrittore e insegnante nonché figlio di emigranti pugliesi (di Trinitapoli, per l’esattezza), considerato da critica e pubblico una delle voci più belle della recente letteratura italiana. Questa sera, martedì 22 marzo, alle ore 19, l’autore presenta nello spazio live della libreria Ubik di Foggia il suo romanzo, “L’ultimo arrivato” (Sellerio, 2015), libro vincitore dell’ultima edizione del prestigioso Premio Campiello, oltre che del Premio Volponi 2015. Domani poi, mercoledì 23 marzo, ore 20.30, incontro con i lettori di Lucera, alla Cremeria Letteraria di Piazza Duomo, nel centro storico federiciano.

“L’ULTIMO ARRIVATO”, UNA STORIA ITALIANA. Ninetto ha nove anni quando parte. È un “picciriddo” siciliano con lo stomaco “che raglia” e se ne va con un conoscente, Giuvà, strabico campagnolo con aspettative di ricchezza alimentate più dal vino che dalla sostanza. “non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto – racconta lui stesso – prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi”. Arrivano a Milano infatti, all’Alveare: un palazzone tra le ciminiere dove vivono solo meridionali – due stanze e un bagno con la tavoletta, almeno. “Di fronte – racconta Ninetto, rimpiangendo la natura di San Cono, il suo paese – c’è il palazzone dei veneti e dei romagnoli, e affianco quello dei sardi, e poi altre ciminiere”. È lui a raccontare, prima bambino emigrante, poi ragazzo in fabbrica e infine uomo, a Milano, nuovamente libero dopo un episodio infelice che si prende dieci anni della sua vita, in carcere. Marco Balzano inventa una voce nuova, ricca di immaginazione, con una sua cadenza sbilenca e fantasiosa in grado di tracciare una personalità complessa: quella di uno dei personaggi letterari meglio riusciti degli ultimi anni, amato da pubblico e critica e capace di svelare una realtà caduta nell’oblio, rendendola nuova, pulsante, vitale. Un romanzo che parla di noi: degli italiani tutti, popolo di migranti, non solo dei meridionali.

L’AUTORE. Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann. Con questa casa editrice ha pubblicato Pronti a tutte le partenze (2013) e L'ultimo arrivato (2014).

di Redazione 


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