Bancarella Via De Petra, ecco il video
che inchioda il fruttivendolo abusivo
Oltre al negozio abusivo anche l'utilizzo dell'acqua pubblica
Nessun provvedimento è stato disposto
dal Comune nei confronti della bancarella abusiva di Via De Petra,
nonostante le numerose segnalazioni sulla sua presenza. Il
fruttivendolo continua a vendere la sua merce in zona Macchia Gialla
incurante di possibili controlli. E c'è di più: Foggia Città
Aperta è in grado di pubblicare il video che inchioda il commerciante mentre
utilizza, attraverso un allaccio anch'esso abusivo, l'acqua pubblica
per fini privati ovvero per il risciacquo della propria merce e della
strada su cui “esercita”.
IL RISCONTRO. I dubbi su un 'caso
record' di abusivismo erano stati segnalati da diversi lettori circa
tre settimane fa. Si trattava di una zona, quella di Via De Petra in
zona Macchia Gialla, già oggetto di sequestri di bancarelle abusive.
Foggia Città Aperta aveva voluto quindi constatare sul campo la
situazione riscontrando effettivamente una serie di abusi tra cui la
presenza di una pompa e di un allaccio artigianale al bocchettone
dell'Acquedotto Pugliese senza però poterne provare l'utilizzo. Dopo
alcuni nuovi sopralluoghi, nel pomeriggio di sabato è stato
possibile invece filmare una persona usare la pompa e l'acqua
pubblica per ripulire la zona.
IL TRASFERIMENTO. Un'operazione durata
diversi minuti che è servita per altro a un trasferimento
dell'esercizio commerciale abusivo. Già, perché in vista
dell'arrivo della stagione calda probabilmente serviva un posto
ombreggiato in cui ripararsi dalla canicola. E così, armi e bagagli,
cassette comprese, ci si è spostati di fronte dove vi è un'area
verde, manco a dirlo anch'essa pubblica, con la presenza di un gazebo
coperto con panchine. Niente paura: occupato anche quello, la vendita
può continuare.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.