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Caso bidelle, Michele Lapollo (ex gestore del servizio): "In atto femminicidio sociale. Vanno assunte dal Comune"

L'appello del presidente delle ex cooperative appaltanti

Il caso delle 54 bidelle foggiane che, dopo 15 anni di servizio precario all'interno delle scuole d'infanzia comunali di Foggia, si ritrovano con il lavoro in bilico e il futuro incerto provoca reazioni. Tra le tante, vi è quella di colui che ha gestito il servizio fino al 2016 attraverso diverse cooperative. Si tratta di Michele Lapolo. presidente prima della Coop. San Francesco, poi del Consorzio Terre di Capitanata, Infine di Insieme a scuola.

IN DIFESA DELLE DONNE. "Dopo aver lasciato il servizio ho proseguito amichevolmente a prestare consulenza fino al 2019" confida a Foggia Città Aperta. "Quando però il figlio del presidente della cooperativa che gestisce attualmente il bidellaggio è sceso in politica non ho voluto saperne più niente". Lapollo, tuttavia, rompe il silenzio: "Ora sento il dovere di intervenire. C'è un esercito di donne qualificate e specializzate che sta subendo umiliazioni gravissime” afferma riferendosi al fatto che siano proposti contratti da 15 ore con un compenso di soli 350 euro mensili. La questione è delicata e vede, in questi giorni, il segretario generale del Comune di Foggia, Gianluca Caso, impegnato nei dovuti approfondimenti normativi per pubblicare un appalto esente da quelle che evidentemente considera possibili irregolarità esistite sino a ora: non si tratta di un semplice appalto di servizi in pratica ma di una somministrazione di lavoro. Ora, tuttavia, Lapollo aggiunge un altro elemento importante. Le donne, in pratica, sarebbero state solo formalmente al servizio delle cooperative, in realtà avrebbero svolto il medesimo lavoro delle bidelle in organico al Comune. “Hanno sempre lavorato all'interno delle scuole materne comunali e hanno sempre preso ordini di servizio direttamente dalle responsabili del Comune di Foggia, sono pronto a testimoniarlo" rivela e aggiunge: "Chi meglio di queste 54 unità potrebbe essere internalizzato all'interno del Comune di Foggia?”.

L'APPELLO. Michele Lapollo, dunque, si appella alla politica: “I consiglieri comunali devono capire che queste donne servono all'interno delle scuole materne. Hanno diritto al posto fisso perchè hanno maturato i requisiti. Il contratto è in scadenza, c'è una proroga di 3 mesi ma poi cosa accadrà. Sono donne con figli piccoli, senza marito, si tratta di categorie svantaggiate che spesso lavorano a 15 ore per 350 euro al mese e ora rischiano di perdere anche quello". E ripete un concetto, già espresso in passato: "In questi giorni si è celebrata la giornata contro la violenza sulle donne, restando in tema posso dire che nei confronti delle ausiliarie delle scuole d’infanzia di Foggia si sta attuando un femminicidio sociale. È un'ipotesi che dobbiamo impedire”.

di Michele Gramazio


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