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Blablacar come metafora della vita: il nuovo “viaggio” del Teatro dei Limoni

“La strada”, lo spettacolo della compagnia foggiana

“Una sorta di ‘Viaggio nei caotici stati d’animo’ versione matura e meno surreale”. La definizione è di Roberto Galano, nuovamente in regia a distanza di quattro anni dall’ultima produzione originale firmata Teatro dei Limoni – dai tempi cioè di “Un pallido puntino azzurro”. La nuova stagione indipendente Giallocoraggioso di Via Giardino ricomincia da “La strada”, in scena il 29, 30 e 31 ottobre e il 1° novembre. Sul palcoscenico Galano insieme con Leonardo Losavio, quest’ultimo autore dello spettacolo (ad impreziosire, la locandina originale realizzata dal disegnatore Mario Milano).

IL GROTTESCO PER DIRE COSE IMPORTANTI. Due uomini, due mondi, due strade opposte che si incontrano per affrontare un viaggio in blablacar, diretti ognuno verso il proprio traguardo, ignari dell’improvvisa svolta che incontreranno durante il percorso. Questo l’innesco de “La strada”, uno spettacolo che, nelle parole del regista, per atmosfere e protagonisti in scena ricorda il primissimo e surrealissimo lavoro della compagnia teatrale foggiana, fondata a suo tempo proprio dalla coppia Galano-Losavio, cercando di “istigare” ancora di più lo spettatore. “Torno in regia anzitutto con il desiderio di raccontare una storia – ha spiegato Roberto Galano – ma anche con l’intento di provare a stabilire una relazione con il pubblico in modo da farlo viaggiare oltre quello che vede. L’idea è quella di raccontare cose importanti con un senso tipicamente grottesco e surreale: qualcosa che forse abbiamo tutti, ma che non tutti hanno il coraggio di mettere in scena”.

LA METAFORA DEL VIAGGIO. “Tutto ciò che facciamo, tutto ciò che siamo – sostiene Leonardo Losavio a proposito del soggetto da lui ideato – sottende un percorso e un viaggio che abbiamo affrontato e continuiamo ad affrontare. Per questo mi ha stimolato l’idea di scrivere uno spettacolo su un viaggio, in più, vissuto in blablacar da due persone che non si conoscono, due opposti che, in un certo qual modo, sono costretti a stare insieme, nel bene e nel male, per un certo periodo della loro vita. Mi affascina l’idea del viaggio perché permette di muoversi su più livelli, dal concreto al metaforico, predisponendo inoltre lo spettatore a quella stessa modalità riflessiva che scatta in automatico quando ci si mette dietro a un volante. Pensieri profondi, contrasti divertenti, equivoci e verità spiazzanti, tutto, a suo modo, trova coerenza all’interno di questo contesto”.

SPETTATORE TERZO PASSEGGERO. La strada come simbolo del viaggio, dunque, del percorso interiore che, a un certo punto della vita, ciascuno sente di dover affrontare. Nulla cambia restando fermi, tocca partire, muoversi, rischiare. Ma cosa succede quando l’uomo che hai accanto, il tuo compagno di viaggio, non è chi dice di essere? “La strada – si legge nelle note di regia dello spettacolo – è un testo che scandaglia l’animo utilizzando una drammaturgia e un gioco d’attore grottesco e surreale, che saltella febbrile tra la prima persona che dialoga al pubblico e il dialogo ‘assoluto’. Un ‘dentro e fuori’ che non dà riferimenti ma che trascina e costringe lo spettatore ad essere il terzo passeggero del viaggio” (info e prenotazioni: info@teatrodeilimoni.it).

di Redazione 


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