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Blitz a poche ore dall’assalto al caveau, arrestate 31 persone vicine a clan del Foggiano e alla ndrangheta

Pronti a entrare in azione vicino Brescia con una ruspa e armati fino ai denti

Erano pronti ad entrare in azione nella tarda serata per assaltare un caveau di un’istituto di vigilanza di Calcinato, in provincia di Brescia, e fuggire con 80milioni di euro ma il colpo è stato sventato dalle forze dell’ordine. La banda, composta da 31 persone, in prevalenza provenienti da Cerignola è stata arrestata poche ore prima.

IL BLITZ. Il piano era stato pensato nei minimi particolari ma i presunti rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche di ndrangheta, non avevano fatto i conti con le intercettazioni disposte dalla Procura di Brescia che, da cinque mesi, hanno consentito a polizia e carabinieri di seguire ogni loro passo. E così, mentre la banda era pronta a entrare in azione è scattato, nel pomeriggio di ieri – 11 marzo – il blitz che ha consentito di arrestare tutti i coinvolti.

LA BANDA. Il gruppo criminale è accusato di rapina, tentativo di rapina pluriaggravata, detenzione di armi da guerra, ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso. La banda è composta da rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola, dotati di un arsenale di armi non indifferente. Nel corso dell’operazione, infatti, sono stati inoltre sequestrati quattro kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta UZI, una pistola (con svariate munizioni), ventuno bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte utilizzati per forare i pneumatici delle auto in transito.

L’OPERAZIONE. L’irruzione che ha permesso di arrestare il gruppo di presunti rapinatori è giunta al termine di complesse e articolate indagini, che si sono protratte per oltre cinque mesi e che, nella fase conclusiva hanno visto il dispiegamento di un dispositivo di circa trecento persone, composto da poliziotti e carabinieri. All’operazione hanno preso parte la Squadra Mobile di Brescia e quelle di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona nonchè i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia. Gli arrestati, si erano radunati per entrare in azione nella tarda serata ignari di essere sottoposti ad indagini condotte, con attività tecniche d’intercettazione. Nei mesi precedenti, è stato possibile accertare il furto circa venti autovetture, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle Forze di Polizia; la banda si era, inoltre, procurata una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau, che custodisce gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona.

IL PIANO. I presunti rapinatori erano pronti a intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale ubicato a Cazzago San Martino (dove erano stati nascosti i mezzi preventivamente rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due “covi”, situati a Gardone Val Trompia e a Ospitaletto. Gli investigatori monitoravano i movimenti degli arrestati dallo scorso ottobre, seguendo tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il bresciano dei vari componenti del gruppo criminale; attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è potuta monitorare la cura maniacale degli aspetti logistici, tra cui il procacciamento degli alloggi per i sodali in trasferta presso strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli della Questura. Fra gli arrestati, inoltre, figurano anche due guardie giurate “infedeli”, dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, accusati di aver svolto il ruolo di “basisti”, riferendo ai complici che – al momento del colpo – poteva giacere nel caveau una somma in contanti di circa 80 milioni di Euro.

di Redazione 


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