Stampa questa pagina

Bomba al centro “Il Sorriso di Stefano”, l’attentatore del 16 gennaio inchiodato anche da Facebook: “Scena da film”

Decisive 22 telecamere: in queste, è evidente il tatuaggio sulla mano

Dopo diverse settimane di lavoro gli investigatori della Squadra Mobile di Foggia e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato sono riusciti a individuare il presunto responsabile dell’attentato dinamitardo ai danni del Centro Polivalente per Anziani “Il Sorriso di Stefano” avvenuto nella notte del 16 gennaio (LEGGI E GUARDA VIDEO). Dalla Questura, pertanto, arriva la dettagliata ricostruzione dei fatti.

22 TELECAMERE. L’attività investigativa, condotta con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura della Repubblica di Foggia, è consistita nell’acquisizione delle videoriprese registrate da diverse decine di telecamere disseminate lungo le strade cittadine. Centinaia di filmati esaminati, in cui sono risultate utili le immagini catturate da 22 telecamere, le quali hanno registrato tutti gli spostamenti effettuati dall’attentatore prima e dopo il posizionamento dell’ordigno esplosivo.

“UNA SCENA DA FILM”. La ricostruzione sembra una scena da film – scrivono dalla Questura. Si vede l’uomo che arriva sul luogo del delitto a bordo di una bicicletta, con uno zaino alle spalle. Indossa guanti, un giubbotto con cappuccio, un pantalone con una effigie sulla gamba destra e scarpe sportive con suola di gomma di colore bianco. Alle ore 5,40 è già in via Vincenzo Acquaviva. Fa avanti e indietro, poi si infila tra due autovetture parcheggiate e scende dalla bicicletta. Giunge davanti a una saracinesca del “Sorriso di Stefano” con lo zaino in mano, lo posiziona sul marciapiede e, con un accendino, accende la miccia dell’ordigno.

L’ESPLOSIONE. Il Centro per anziani a quell’ora è chiuso, ma all’interno c’è già una donna che vi lavora per renderlo ospitale e pulito. La donna non si accorge di quanto sta accadendo davanti l’ingresso della struttura. La saracinesca metallica abbassata non le consente di vedere quell’uomo che ha appena innescato l’ordigno e che subito dopo si allontana di corsa, sale in bicicletta e scappa velocemente in direzione di via Vittime Civili. Sono le 5,44 quando l’ordigno esplode, scuote nel sonno gli abitanti del quartiere mentre la donna delle pulizie rimane stordita e pietrificata dal terrore.

I DANNI. L’esplosione sconquassa il marciapiede, provocando un piccolo cratere. Il coperchio di un tombino viene sollevato e divelto. La struttura muraria dell’edificio viene scossa provocando la caduta di intonaci e calcinacci nonché la lesione di uno stipite di marmo. La saracinesca risulta danneggiata, come anche l’infisso interno. Le sei autovetture parcheggiate innanzi al marciapiede vengono investite dall’onda d’urto provocata dall’esplosione e riportano danni ai parabrezza e a varie parti di carrozzeria. Se in quel momento fosse passato qualcuno, le conseguenze sarebbero state più gravi.

ARRIVA IN VIALE MICHELANGELO. L’attentatore, nel frattempo, in bici, raggiunge via Dattoli, poi via Homs, prosegue in via della Lupa, vicolo Fauno, via Lucciola, via Nicola Parisi, via Meridiana. Poi l’uomo lascia la bicicletta e prosegue a piedi. All’altezza dell’incrocio tra via Meridiana e via al Persico, si toglie i guanti e, giunto in prossimità di via del Salice, si toglie anche il giubbotto. Alle ore 5,50 l’attentatore attraversa via Matteotti e prosegue su via Tenente Iorio. Fuma. Quando passa sotto la telecamera si scorge il suo viso e sulla mano sinistra l’immagine di un tatuaggio. Alle ore 6,06 entra nel cortile di una abitazione di viale Michelangelo dove abita un suo connazionale con il quale è stato già stato soggetto a controlli nel 2018 e nel 2019 in alcune località del nord Italia.

IL TATUAGGIO E FACEBOOK. I due hanno un’amicizia anche su Facebook. Proprio sul noto social network gli inquirenti trovano diverse fotografie in cui il presunto attentatore viene ritratto con un tatuaggio sulla mano sinistra, a forma di corona e con la lettera “M”. Anche gli archivi di Polizia conducono nella stessa direzione. L’uomo, difatti, aveva avuto già diversi problemi con la giustizia ed era stato sottoposto a rilievi foto-segnaletici, anche con altri nomi e alias e, in tali circostanze, compare sempre con lo stesso tatuaggio sulla mano sinistra. Un elemento significativo e dirimente per le indagini che consentirà a Magistratura e Polizia di Stato, nel volgere di tre mesi, di giungere alla cattura del presunto esecutore materiale dell’attentato il cui fermo, nella giornata odierna, è stato convalidato

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload