Bomba a Foggia, la rabbia di Vaccaro: "La vittima voleva giustificarsi con i dinamitardi, così non va bene"
“Mi sento il dovere di mandare un messaggio a tutti i cittadini: non possiamo continuare così”. È accorato l’appello (l’ennesimo) del procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, nel commentare l’esito dell’operazione che ha portato all’arresto di due persone per l’esplosione di una bomba avvenuta nel novembre 2020.
LE TELECAMERE. Durante la conferenza stampa, il procuratore ha voluto evidenziare due aspetti: il primo riguarda la presenza di ulteriori “occhi” in città: “Si dimostra imprescindibile e fondamentale – ha spiegato - l’apporto delle videocamere, che ha permesso l’individuazione dell’autore materiale ma anche del complice”. È tornato così su un punto già in precedenza sottolineato, ovvero l’importanza degli impianti di videosorveglianza.
LA VITTIMA. E poi, Vaccaro ha sottolineato come “ancora una volta constatiamo con rammarico l’atteggiamento della vittima, non certo esemplare”. In sostanza – ha evidenziato il procuratore capo – “si è dispiaciuto e rammaricato che i carabinieri e la procura fossero riusciti a individuare gli autori. C’è una conversazione - ha spiegato - in cui la vittima parla con una interlocutrice e si dice spaventato perché ‘questi due possono ritenere che sia stato io a segnalarli’”. Da qui, la rabbia di Vaccaro: “La vittima, anziché complimentarsi con le forze dell’ordine valutava se andare o meno a trovare i due per chiarire la situazione. In sostanza quasi si augurava che le forze dell’ordine non riuscissero a trovare i responsabili”. In realtà, stando alla ricostruzione, la vittima non va a trovare i responsabili solo per “paura che i carabinieri possano scoprirmi”, non sapendo però di essere comunque intercettato. “E’ un atteggiamento di sottomissione – conclude Vaccaro - , che è una delle caratteristiche delle organizzazioni criminali, ma noi non possiamo abbassare la testa al punto tale da dire ‘non c’entro niente io se ti hanno individuato’”.
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