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Dal bosco alla campagna: i Monti Dauni “reinventano” il teatro al tempo del covid

A bruciare sul tempo i suoi colleghi è stato Gianfilippo Mignonga, Primo Cittadino di Biccari che in queste ore ha lanciato l’idea del Teatro nel Bosco. A seguire, è arrivata anche l’e-mail targata comune di Roseto Valfortore, accompagnata da una fotografia altamente suggestiva: balle di fieno a fare da anfiteatro e spettacoli in aperta campagna.

DA UNA FRANA, L’IDEA. In tempi di Covid, la cultura cerca e trova nuove vie, allo scopo di garantire un’offerta di qualità unita a una fruizione in sicurezza e, perché no, di grande fascinazione. Nello specifico, il progetto di Biccari sarà un anfiteatro naturale che avrà luogo nel Parco Avventura del comune dauno, completamente immerso nel verde e in grado di ospitare fino a 500 persone, pronto già entro il mese di maggio. L’idea è scaturita quasi per caso: durante i lavori per il contenimento di una frana, il sindaco di Biccari si è accorto che il progetto “assumeva le sembianze di un anfiteatro”. Da qui, l’installazione di sellini rimovibili con al centro una pedana di legno a fare da palcoscenico.

IL TEATRO RURALE DI ROSETO. Quanto invece al progetto di Roseto, si tratta più che altro di “teatro rurale”, così come nella e-mail sibillina inviata alle redazioni e accompagnata da una fotografia in grado di suggerirne l’opera. “Un teatro all'aperto – come scrivono dal comune dauno – per continuare a promuovere la cultura in completa tranquillità compatibilmente con quella che oggi è la realtà in cui viviamo”. Nell’attesa di conoscere tempi e modi di realizzazione, cresce la voglia di tornare a occupare quei posti in prima fila che per troppi mesi sono rimasti vuoti.

di Redazione 


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