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I "conti in sospeso" di Canonico, Pintus e Pelusi: chi dice la verità?

C'è un uomo solo al comando del Calcio Foggia: è Nicola Canonico. L'ultimo 'sgarbo' avvenuto in occasione del derby Foggia-Bari ha certificato - se ancora ce ne fosse bisogno - il solco invalicabile esistente tra l'attuale presidente della società rossonera e i suoi soci di minoranza con cui condivide, o almeno dovrebbe, l'avventura calcistica: Maria Assunta Pintus, comproprietaria della Corporate Investments Group, controllante della società rossonera e Davide Pelusi, titolare del 20% delle quote societarie del Calcio Foggia. Tra di loro è in atto uno scontro anche giudiziario.

GLI ARBITRATI. Davide Pelusi ha depositato in tribunale una richiesta di arbitrato nei confronti di Canonico, con il quale tra l'altro ha richiesto il pagamento dei compensi contrattualizzati per il lavoro di amministratore delegato nelle due stagioni precedenti. Si tratta di una somma di 80mila euro, frutto di una richiesta a cui Pelusi è giunto perché esasperato dalla totale esclusione non solo dalla gestione della società - a partire dalla sua revoca dalla carica di amministratore delegato avvenuta a suo parere senza i presupposti di legge - ma anche dalla corretta informativa che spetta ai soci.
Maria Assunta Pintus ha invece attivato un altro arbitrato per il mancato pagamento di quanto pattuito per la cessione del 51% della Corporate. Dinanzi alla sua richiesta, Canonico ha provato a spostare la sede da Cagliari a Bari e presentare al tribunale del capoluogo pugliese una richiesta 'ex articolo 700', decisione a sua volta contestata dall'imprenditrice sarda.

IL BILANCIO. Mosse, contromosse e strategie contabili. Anche sul bilancio di gestione del Calcio Foggia, la disputa è stata serrata e i numeri ‘ballerini’. Canonico in una conferenza stampa del gennaio scorso ha parlato di debiti stratosferici della gestione precedente. Il bilancio, peraltro approvato in ritardo, si è chiuso con una perdita di oltre 2,7 milioni di euro, con il voto favorevole del solo Canonico. Da parte della Pintus prima e di Pelusi poi, sono stati contestati i metodi di calcolo dei debiti e le poste passive inserite. Cifre esose contabilizzate per presunti debiti nei confronti dell’avvocato Chiacchio, di Ninni Corda e di altri ex calciatori del Foggia. Tra i debiti anche quelli nei confronti di Davide Pelusi per il suo impegno negli anni scorsi di amministratore delegato: 40mila euro a stagione, gli stessi debiti che il socio del Calcio Foggia ha richiesto tramite arbitrato. E non è chiaro se gli stessi fossero già stati contabilizzati - come sembra - negli anni precedenti. In tal caso, ci si troverebbe di fronte a poste contabili doppiate. Secondo i contendenti, la perdita sarebbe esagerata e contabilizzata tenendo conto della possibilità di rimandare al 2026 la necessità di coprirla. Tutte strategie contabili, stando alla versione dei due, per venir meno agli impegni presi.

L'OPERAZIONE VERITA'. Pintus e Pelusi vogliono vederci chiaro anche su altri movimenti contabili del Calcio Foggia. Secondo il socio di minoranza della società rossonera, nonostante la situazione non florida, Canonico avrebbe disposto mesi fa "la restituzione alla CN Sport (Canonico Nicola sport srl, la società costituita per entrare nel Foggia ndr) dell’importo di 360mila euro anticipato per l’iscrizione al campionato". Non solo: "Alla CN Sport sarebbe intestato un contratto di sponsorizzazione del Calcio Foggia legato alla vendita dei biglietti". Corrisponde al vero? Un’operazione verità e trasparenza in questo campo sembrerebbe doverosa. Qualcuno potrebbe obiettare come già capitato che si tratta di questioni interne. E potremmo anche essere d'accordo. Se non fosse che di mezzo c’è il Calcio Foggia, patrimonio di un’intera città che coinvolge numerose altre realtà. Restano da tutelare tifosi, fornitori, lavoratori. Canonico ha scelto di essere un uomo solo al comando, l’importante è che non vada a sbattere.

di Michele Gramazio


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