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Calcio Foggia: l’ultima ‘mossa’ di Canonico coinvolge il ds Lauriola, se le questioni societarie incidono sullo staff tecnico...

La nota diatriba tra Nicola Canonico, proprietario al 99,8% del capitale sociale del Calcio Foggia e i soci ed ex consoci Davide Pelusi e Maria Assunta Pintus, si è arricchita di una nuova puntata della quale, siamo certi, i tifosi rossoneri avrebbero fatto volentieri a meno. Nella settimana appena trascorsa, con uno striminzito comunicato, la società rossonera ha reso nota quella che sarebbe la nuova composizione del consiglio di amministrazione: via Canonico e figli (Emanuele e Vitantonio), così come Vincenzo Todaro e Pietro Ingravallo; al loro posto Maria Assunta Pintus (Presidente), Davide Pelusi ed Edoardo Chighine. Si ritornerebbe al consiglio di amministrazione del 27 agosto 2021. Il tutto in ossequio – questo l’assunto – alla decisione del lodo arbitrale ‘vinto’ da Pelusi. Una novità di tutto rispetto è poi giunta ventiquattr’ore dopo. L’ultimo colpo di teatro dell’imprenditore barese, tornato in libertà di recente per un difetto formale nel giudizio che lo vede coinvolto per corruzione elettorale, ha trascinato nella mischia, per la prima volta, anche lo staff tecnico della società. È avvenuto, per di più, nella persona di Matteo Lauriola che, portando in panchina Fabio Gallo, ha dato una svolta al campionato del Foggia. Lo stesso Fabio Gallo che, nel corso della conferenza stampa di presentazione della sfida contro il Monterosi, poi pareggiata dal Foggia apparso un passo indietro nell'intensità di gioco, ha definito la settimana "particolare" e non ha nascosto la necessità di preoccuparsi di dover tenere la squadra al di fuori di beghe societarie.

LE DICHIARAZIONI DI LAURIOLA. Il direttore sportivo del Calcio Foggia, Matteo Lauriola, ha rassegnato le dimissioni irrevocabili dal proprio ruolo dopo neanche due mesi dal suo ingresso in società. La decisione, come detto, è arrivata ventiquattr’ore dopo quella relativa al (presunto) ribaltone in consiglio di amministrazione, con il ritorno in sella di Davide Pelusi e Maria Assunta Pintus. Le due notizie, a distanza di così poco tempo, hanno creato, come prevedibile, scompiglio tra i tifosi. Contattato da Foggia Città Aperta, Lauriola ha confermato concetti già espressi ad altre testate: “Se cade il governo, cadono i ministri. Sono stato scelto da un consiglio di amministrazione che non è più in essere. Se i nuovi amministratori vorranno confermarmi, aspetto una loro chiamata”. Un ragionamento che non fa(rebbe) una piega che necessita, tuttavia, di qualche approfondimento anche alla luce di un’altra notizia fatta trapelare dal ds: “Io avevo praticamente già concluso il mercato di gennaio”.

LE ‘MOSSE’. Insomma, se non altro, la ‘settimana particolare’ è servita a smentire il mantra ripetutamente pronunciato in conferenza stampa da Nicola Canonico: “Le questioni societarie non devono coinvolgere giornalisti e tifosi”. E, invece, le riguardano eccome! Soprattutto se incidono su aspetti tecnici fondamentali. È giunto il momento di dire chiaramente che le ‘mosse strategiche’ messe a punto da Canonico per suoi obiettivi personali non possono ignorare che la società che ha scelto di acquistare ha valore perché rappresenta una città e i suoi tifosi. E le libertà imprenditoriali ne devono tener conto.

I PRECEDENTI. Non è stato il caso di sollevare un polverone in occasione dell’aumento di capitale sociale del Calcio Foggia deliberato per necessità di liquidità impellenti della società rossonera che alla fine è servito a Canonico solo per ‘annacquare’ le quote di Davide Pelusi, passate in percentuale dal 20% a un misero 0,2%. Se i 250mila euro di aumento di capitale fossero stati necessari, l’urgenza avrebbe dovuto suggerire all’imprenditore barese di versare immediatamente la parte di sua competenza in modo integrale e invece si è limitato a versarne solo il 25%.  (a proposito, il resto?).

IL BLUFF. Se poi si arriva a sollevare cortine fumogene sulla titolarità della gestione della società, il comportamento di Canonico comincia a essere ‘sopra le righe’, tanto da creare disorientamento tra i tifosi e all’interno della squadra e dello staff tecnico. La storia del ‘nuovo’ consiglio di amministrazione ne è prova. Nella riunione dello scorso 11 novembre all’ordine del giorno, oltre alla presa d’atto del lodo arbitrale vi era anche l’immediata proposta di revoca di Pintus, Pelusi e Chighine. Una dimostrazione che nelle intenzioni di Canonico doveva trattarsi solo di un passaggio formale e nulla più. La proposta di revoca, in quella sede, è stata solo rimandata. Fingere ora di non sapere che una decisione di un lodo arbitrale non è applicabile in automatico, come Maria Assunta Pintus ha dovuto precisare, non porta da nessuna parte. Diramare un comunicato di tre righe per annunciare un nuovo consiglio di amministrazione mai entrato formalmente in carica non è corretto. E il comportamento ha tutte le sembianze di un bambino che perde e vuole portare via con sé il pallone. Se diversi tribunali e gli arbitri di un lodo gli danno torto, Canonico può prendersela solo con sé stesso. Sollevare questioni fumogene sulla titolarità della gestione della società serve solo creare incertezze nello staff tecnico e nella rosa della squadra. Cui prodest? Queste 'mosse strategiche' rischiano di bloccare le operazioni di mercato del direttore sportivo Matteo Lauriola, già pronte per la sessione invernale. Se Canonico tiene al Calcio Foggia il consiglio è di non aspettare oltre: risolva la contesa con gli altri soci ed ex consoci secondo ciò che più volte i tribunali hanno avuto modo di affermare o trovando un accordo con loro, senza trascinarla per le lunghe. Di mezzo c'è la passione dei tifosi e il rispetto di un'intera città.

di Michele Gramazio


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