Caporalato, rimessi in libertà i titolari dell’impresa Op Principe di Puglia
Applicato il divieto temporaneo di esercizio di impresa per un anno, in sostituzione dei domiciliari
Sono stati rimessi in libertà nel pomeriggio di ieri – venerdì 23 aprile – Potito Dimallio, 66 anni e i suoi figli Antonio e Rocco DiMallio, rispettivamente di 41 e 32 anni. I titolari dell’impresa Op Principe di Puglia erano stati arrestati a seguito dell’inchiesta ‘Principi o Caporali’,condotta dai Carabinieri di Stornara.
REVOCATI I DOMICILIARI.Potito Dimallio, inizialmente in carcere, era stato posto nei giorni scorsi, per motivi di salute, ai domiciliari. Stessa condizione in cui si trovavano i figli Antonio e Rocco. Al termine dell’udienza di riesame i giudici hanno sostituito la custodia cautelare con l’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 12 mesi.
IMPRESA IN REGOLA. Soddisfatto della decisione il legale Andrea D’Amelio, codifensore insieme al collega Francesco Santangelo, dei tre indagati. “La Procura – spiega l’avvocato a Foggia Città Aperta – ha chiesto l’incidente probatorio per ascoltare una ventina di braccianti agricoli e siamo in attesa di capire se il gip accoglierà o meno la richiesta. Da parte nostra punteremo a provare quanto già dichiarato dai miei assistiti nel corso dell’interrogatorio di garanzia. All’interno dell’impresa non c’era assolutamente alcuno sfruttamento. I braccianti agricoli erano assunti regolarmente e nessuno lavorava in nero. All’atto dell’assunzione i titolari prevedevano visite mediche, fornitura dei dispositivi di sicurezza e, per gli stranieri, formazione in lingua straniera per chi non comprendeva l’italiano. Ai lavoratori venivano assicurate ferie, pause di servizio e pagato sia l’ordinario che lo straordinario”.
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