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Comune Foggia, rimborsi illegittimi per 1,2 milioni ad amministratori e dipendenti: condannato funzionario


Il funzionario comunale Antonio Puzio dovrà restituire oltre 350mila euro al Comune di Foggia a titolo di danno erariale avendo consentito il pagamento di 1,2milioni di euro di rimborsi legali ad amministratori e dipendenti comunali non dovuti secondo la Corte dei Conti. È quanto stabilito dalla Sezione Giurisdizionale per la Puglia con provvedimento n. 480 del 2017. Assolto invece il dirigente Carlo di Cesare, anch'egli coinvolto nella vicenda. In precedenza era stata archiviata la posizione del sindaco Mongelli, dell'assessore Frattulino e dei consiglieri comunali che avevano votato a favore.

LA DELIBERA INCRIMINATA. L'indagine della Procura è partita a seguito dell'invio della delibera di consiglio Comunale n. 66 del 2011 con la quale, su proposta dell'ufficio avvocatura, furono riconosciuti 1,2 milioni di euro di debiti fuori bilancio per rimborsare spese legali sostenute da amministratori e dipendenti comunali in cause giudiziarie legate al loro ruolo.

I MOTIVI. I giudici contabili, analizzando la delibera, hanno verificato che l'assegnazione dell'indennizzo è avvenuto senza il rispetto delle necessarie condizioni di legge. È emerso, in particolare, che il rimborso è avvenuto a favore anche di amministratori comunali mentre la norma richiamata consentiva, a quel tempo, solo il rimborso ai dipendenti comunali. Ma anche per questi ultimi, le norme sono state violate. Scrivono i giudici che il rimborso è avvenuto a causa terminata, previa semplice presentazione della parcella da parte degli avvocati, senza che vi sia stata la necessaria comunicazione preventiva al Comune per la nomina di un legale di gradimento e senza che sia stata verificata l'assenza di conflitto di interessi. Quest'ultima condizione prevede che sia possibile rimborsare i dipendenti solo quando nei giudizi si è assolti con formula piena. Nei casi in questione, invece, le sentenze si sono concluse con la formula del 'fatto che non costituisce reato”, stabilendo l'assenza di profili penali nelle condotte avute dai soggetti coinvolti ma acclarando “plurime illegittimità procedimentali”.

I RIMBORSI NON DOVUTI. A usufruire di rimborsi dichiarati non legittimi dalla Corte dei Conti sono stati come amministratori gli ex sindaci Paolo Agostinacchio e Orazio Ciliberti per un importo rispettivamente di 141mila euro e di 5mila euro e l'ex assessore Angelo Benvenuto con una somma di quasi 22mila. Ammontano a oltre 600mila euro, invece, le somme non dovute, corrisposte sempre a titolo di rimborso spese legali, a diversi dirigenti e dipendenti comunali: Raffaele Pedretti, Vincenzo Maffei, Antonio Stanchi, Matteo Ercolino, Ferdinando Biagini, Domenico Dragonetti e Giuseppe Marcellino. Infine sono contestati i rimborsi per un totale di circa 340mila euro a favore di quattro vigili urbani: Antonio Manniello, Aldo Maffei, Nicola Caccavone e Luigi Cervati. L'indennizzo a quest'ultimo è citato espressamente come ulteriore danno al Comune di Foggia, vale a dire la mancata verifica della congruità delle parcelle presentate dagli avvocati. La Corte dei Conti, infatti, contesta l'ammontare della fattura presentata dal legale Raul Pellegrini precisando che “un semplice raffronto tra il tariffario e le notule presentate dai difensori avrebbe consentito di evidenziare l’applicazione ingiustificata addirittura dei massimi tariffari”.

LA SENTENZA. La responsabilità del danno erariale, secondo la Corte dei Conti, è in capo al funzionario comunale Antonio Puzio che, prima della delibera, ha firmato, su richiesta dei consiglieri comunali, un parere di legittimità definito “erroneo e superficiale” nel quale “sostiene che la mancata concertazione preventiva del difensore non rende di per sé illegittimo il rimborso in parola”, inoltre “dà per scontata la rimborsabilità delle spese legali anche agli amministratori, senza in alcun modo argomentare in proposito”, infine “esclude, in radice e genericamente, nonostante le numerose e variegate situazioni da istruirsi e analizzarsi, la sussistenza di un qualunque conflitto di interessi in ogni vicenda sottoposta alla sua attenzione”. Una condotta che integra la colpa grave. Inutile la sua difesa in cui fa emergere “la consolidata prassi amministrativa fino a quel momento radicata presso il comune in simili vicende” e il fatto che “sarebbe stato “costretto” a sottoscrivere il parere, in ragione del rapporto fiduciario esistente con il proprio dirigente coordinatore”.

I NUOVI RIMBORSI. La pratica dei rimborsi delle spese legali è continuata negli anni a Palazzo di Città. La normativa nel frattempo è cambiata e consente anche il rimborso ad amministratori, prevedendo tuttavia che ciò non comporti “nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Una circostanza che nell'ultima delibera di riconoscimento del 2016 per un importo totale di 400mila euro non sembra essere stata tenuta in conto nonostante quanto consigliato dal collegio dei Revisori. All'ordine del giorno del consiglio comunale di domani 29 novembre, intanto, tra i punti all'ordine del giorno vi sono nuove istanze di rimborso tra cui quella dell'avvocato Frattulino. L'ex assessore è uscito indenne dalla sentenza della corte dei conti in questione sebbene i giudici scrivono: “Si dissente dall'impostazione accusatoria della Procura nella parte in cui esclude l’assessore al ramo dalla colpa. Costui, invero, nella veduta qualità e stante la sua particolare qualificazione professionale, ben avrebbe potuto rilevare le plurime illiceità che si stavano commettendo, evitando quantomeno di apportare il proprio contributo all’approvazione della delibera in questione”.
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di Michele Gramazio


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