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Consiglio comunale e l'effetto NIMBY: tutti vogliono uscire ma nessuno chiude la porta...

C'è chi l’ha fatto suo malgrado, sospeso perché arrestato. C’è chi, come Michele Sepalone, ha deciso di non entrarci proprio. Chi, come Antonio Bove è uscito dalla porta, rientrato dalla finestra e corso fuori dal retro. Altri, come Francesco Morese hanno sfogliato la margherita del “lascio, non lascio” e poi hanno salutato. C’è poi chi ormai ha un appuntamento fisso dal notaio, in piazza Giordano. E se non fosse per il Covid potrebbe anche sedersi in qualche bar dell’area pedonale a sorseggiare uno spritz, mentre firma l’ennesima carta di dimissioni. Tutti questi, almeno, il passo lo hanno fatto. Ma c'è chi annuncia da tempo, da mesi, le dimissioni e quella firma non la mette mai.

COLOR CHE SON SOSPESI. E così la porta del Consiglio comunale resta sempre socchiusa. Tutti dicono di voler andare via, ma nessuno spegne la luce. A cominciare dal sindaco. Ieri Franco Landella si è dovuto far prestare il cellulare per mandare i messaggi di convocazione alla riunione di maggioranza. Poi ha rimesso il suo mandato. Solo che il primo cittadino ha venti giorni per revocare le sue dimissioni, magari convinto che la serenità di cui Foggia e i foggiani hanno bisogno possa ritrovarsi di colpo. Chi le va a protocollare dal segretario generale, invece, non ha più possibilità di ripensarci. E così, resta tra color che son sospesi. Tra coloro che annunciano ma non fanno, che minacciano ma non agiscono, ma che - cosa ancora più ingiustificabile per il ruolo che svolgono - attendono che qualcuno (o qualcosa) agisca per lui/lei. Una sorta di rivisitazione dell'effetto NIMBY: Not In My Back Yard, «non nel mio giardino» recitava lo slogan coniato per i membri di una comunità che si opponevano a ospitare opere di interesse generale sul proprio territorio, pur riconoscendone, a volte, la desiderabilità sociale. In sostanza, riletto in chiave politica locale, "va bene sciogliere il Comune ma io non voglio responsabilità". E allora, perché vi siete fatti votare?

di Redazione 


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