Da 168 a 30mila copie, se lo “scrittore del lunedì” è un fenomeno: in Capitanata, il libro dell’anno
Gian Marco Griffi presenta “Ferrovie del Messico”
“Uno scrittore del lunedì”. Così si autodefinisce Gian Marco Griffi perché di domenica gli tocca lavorare: il Golf Club Margara (Monferrato) è aperto, lui lo dirige. Così il lunedì, giorno di chiusura, scrive. E pubblica. E sbaraglia tutto e tutti. È il caso di “Ferrovie del Messico”, pubblicato dalla piccola Laurana in sole 168 copie e oggi, a un anno e mezzo dall’uscita, venduto in circa trentamila pezzi, con premi e traduzioni all’estero – c’è anche la francese Gallimard, quella di Proust e Celine.
FOGGIA, LUCERA E CERIGNOLA. Sarà proprio l’autore rivelazione del 2023 a inaugurare il nuovo anno di eventi della Ubik di Foggia: giovedì 4 gennaio, alle ore 18.30, Gian Marco Griffi presenta in libreria il suo straordinario romanzo da 824 pagine, libro dell’anno per Fahrenheit di Rai Radio Tre (storico format radiofonico incentrato sui libri, il più ascoltato dai lettori italiani) e finalista al Premio Strega ‘23 su proposta di Alessandro Barbero, divulgatore nonché il più importante esperto di storia in Italia. Un “romanzo matrioska”, com’è stato detto, lirico e avventuroso, che nessuna grande casa avrebbe mai pubblicato e che deve il suo successo esclusivamente al passaparola dei lettori. Oltre che nella libreria di Piazza Giordano, Gian Marco Griffi sarà anche in altre realtà di Capitanata: sempre il 4 gennaio, infatti, dopo Foggia, alle ore 20 l’autore astigiano sarà alla libreria Kublai di Lucera. E il giorno dopo, venerdì 5 gennaio, presenterà il suo romanzo al Mondadori Point di Cerignola.
MIRABOLANTE VIAGGIO. “Se cercate dell’avventura, in questo romanzo ne troverete a bizzeffe. Se cercate della letteratura, con questo romanzo ne farete una scorpacciata. I luoghi e i tempi: Asti, Repubblica Sociale Italiana, febbraio 1944; su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso”. È quanto si legge nella quarta di copertina di questo mirabolante viaggio romanzesco, in cui poi vengono presentati, come in una sorta di film, alcuni personaggi. Ecco i principali: Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, tormentato dal mal di denti, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico (l’ordine viene dall’alto, molto dall’alto); Tilde Giordano, ragazza bellissima e folle, imbevuta di letteratura, della quale Cesco si innamora all’istante e perdutamente; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde, partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni.
GLI ALTRI PERSONAGGI-NARRATORI. A questi, fanno da contraltare tantissimi altri personaggi che, via via, si trasformano essi stessi in veri e propri narratori, ciascuno con una sua peculiarissima voce. Da “Angelo detto Angelino detto Angelito detto Lito Zanon, addetto cimiteriale alla bollitura di cadaveri” a “Mec il muto, suo sodale fin dai tempi in cui insieme costruivano ferrovie in Sudamerica”, passando per “le due Marie, entrambe di nome Maria; Bardolf Graf, impiegato amministrativo, ignaro motore immobile di tutta la storia; Ettore e Nicolao, informatissimi e misteriosi clienti fissi del night club segreto l’Aquila agonizzante, prossimi ai partigiani”. Fino all’alter ego scrittorio (e fasullo) dello scrittore: “Gustavo Adolfo Baz, autore del volume Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México” che, sotto sotto, muove la vicenda e la racconta da lì, attraverso le pagine di questo libro mai rinvenuto durante la storia.
L’AUTORE PREMIATISSIMO. Gian Marco Griffi vive ad Asti, dirige il Golf Club di Margara. Ha pubblicato: “Più segreti degli angeli sono i suicidi” (Bookabook 2017); “Inciampi” (Arkadia 2019). Con “Ferrovie del Messico” ha vinto numerosi premi, tra i quali l Premio Mastercard, il libro dell’anno Fahrenheit, il città di Leonforte, l’Augusto Monti, il premio Zeno, il Mario La Cava. Il suo è grande romanzo corale, spassoso e commovente, giocoso e profondo, realistico e fantastico, avvincente senza tregua, scritto con una lingua quasi parlata, sempre cordiale tanto nel registro comico quanto in quello drammatico, e tuttavia letteratissima. Se i numi tutelari di Griffi sono senz’altro Jorge Luis Borges e Carlo Emilio Gadda (e fanno capolino qua e là Roberto Bolaño, Thomas Pynchon e i Monty Python), il risultato è del tutto originale.
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