Chiesto rinvio a giudizio per il direttore del 118, accusato di falso in atto pubblico
Nel curriculum l’attestato di un corso ma quel giorno era a lavoro
Stefano Colelli, direttore della centrale operativa del 118, deve essere rinviato a giudizio. La richiesta arriva dalla procura di Foggia nell’ambito delle indagini partite dopo la denuncia di Vincenzo Colapietro, suo concorrente nel concorso per l’assunzione dell’incarico.
L’UBIQUITA’. Il legale di Colapietro, Michele Vaira, aveva sollevato il caso riguardante un’incongruenza rilevata tra le timbrature di servizio di Stefano Colelli e l’attestato di un corso di Advance Life Support tenutosi il 16 e 17 febbraio 2019 a Carinaro in Campania, presentato nel curriculum e valutato ai fini dell’assunzione. In quei giorni e in quelle ore, Colelli risultava a lavoro a Foggia. L’attuale direttore del 118 è pertanto indagato per falso ideologico in atto pubblico e per aver indotto in errore i membri della commissione del concorso che gli assegnarono il punteggio di 0,10 per la partecipazione a quel corso.
LA RICHIESTA AL POLICLINICO. Nell’interrogatorio tenutosi il 27 settembre scorso, Stefano Colelli si è avvalso della facoltà di non rispondere. La procura, a chiusura delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’attuale direttore del 118. Saranno i giudici a stabilire se si andrà a processo. Intanto, però, in attesa dell’udienza preliminare il legale Michele Vaira incalza la direzione del Policlinico Riuniti chiedendo “provvedimenti in autotutela da parte dell’Azienda che vanta, quale Direttore della Struttura Complessa di Centrale operativa 118, un soggetto accusato di aver utilizzato un falso attestato relativo alla partecipazione a un corso di Advance Life Support, attività essenziale della struttura che dirige”. La richiesta è stata inviata per conoscenza anche all’Autorità Nazionale Anticorruzione.
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