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Stefano Colelli (direttore 118) prosciolto: “Vicenda grave e assurda, contro di me una montagna di fango”

Cadute le accuse di Vinzenzo Colapietro

“Prosciolto perché il fatto non sussiste”. Nell’udienza preliminare di ieri, lunedì 31 gennaio 2022, sono totalmente cadute le accuse mosse dalle denunce di Vincenzo Colapietro nei confronti di Stefano Colelli, direttore del servizio provinciale di emergenza-urgenza 118 del Policlinico Riuniti di Foggia. Le testimonianze dirette, le acquisizioni documentali, le foto, i tabulati telefonici, gli interrogatori e ogni altro riscontro scaturito dall’attività investigativa della Procura hanno confermato appieno quanto Stefano Colelli aveva sempre sostenuto difendendosi da quella che lo stesso definisce una "poderosa macchina del fango".

LA VICENDA. Dopo il caso sollevato dall'avvocato Michele Vaira, legale di Colapietro (arrivato secondo nel concorso per l’assunzione dell’incarico), l'attuale direttore del 118 era stato indagato per falso ideologico in atto pubblico e per aver indotto in errore i membri della commissione del concorso. In ballo c'era l'assegnazione del punteggio di 0,10 per la partecipazione a un corso su cui Vaira rimarcava un’incongruenza rilevata tra le timbrature di servizio di Colelli e l’attestato di un corso di Advance Life Support tenutosi a febbraio 2019 a Carinaro in Campania, presentato nel curriculum e valutato ai fini dell’assunzione.  

IL COMMENTO. “La verità per le persone perbene viene sempre a galla - ha commentato Colelli -. Al termine di questa incredibile e sconcertante vicenda, lasciatemi dire che non si può giocare in modo così sporco sulla vita e la professionalità delle persone, di un uomo come me, che tanti sacrifici ha dovuto fare per raggiungere un alto profilo professionale. Si rischia di impazzire nell’attesa che, nelle sedi opportune, emerga la verità dei fatti e che essa spazzi via la montagna di fango accumulatasi in mesi e mesi di feroce campagna mediatica e social. Mi sono sentito calpestato e infangato, con azioni che sono entrate di prepotenza nella mia vita privata, violandola, con pesanti ricadute su una serenità familiare a lungo messa a repentaglio. Amici, familiari e conoscenti hanno visto il mio nome e la mia reputazione associati ad accuse e atti completamente infondati".

IL LAVORO. Poi, i ringraziamenti a chi gli è stato più vicino. "Ecco, alla fine di questo lungo tormento, voglio sia chiaro che il mio direttore generale, Vitangelo Dattoli, ha agito sempre nel rispetto delle regole in questa vicenda, come ogni singola persona tirata in ballo e messa nel tritacarne mediatico. Ringrazio il mio avvocato Michele Dell’Aquila, che ha saputo mettere in fila i fatti, i documenti, le testimonianze e ogni altro utile elemento per spalare tutto il castello di fango messo su in questi mesi. Ringrazio le tante persone che mi sono state vicine, che hanno creduto all’onestà e alla trasparenza di ogni mia singola azione e parola in questa vicenda. Anche grazie a loro, sono riuscito ad affrontare tutta questa assurda vicenda mantenendo un livello di calma e lucidità essenziale per continuare a fare il mio lavoro giorno per giorno, in un periodo storico reso ancora più difficile dal dramma della pandemia. Continuerò a lavorare per migliorare un servizio essenziale per i cittadini, da oggi con ancora più forza ed entusiasmo”.

di Redazione 


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