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Regionali, parte la "contro campagna elettorale" antidegrado: "Il vero nemico? L'abbandono"

Nell’ultima campagna elettorale per le comunali, venne rispolverata Gaetana Capogna, detta ‘zia Monaca’. Una candidatura simbolica per colei che guidò le plebi foggiane contro l'aumento del prezzo del pane, conducendo popolani e terrazzani dinanzi agli uffici del Dazio (Guarda/ il messaggio di Zia Monaca: "Le fiamme della nostra rabbia devono tornare al Comune"). Ora, invece, la 'contro campagna elettorale', in vista delle Regionali, è firmata Jacob, che intende “rigirare” tutte le iniziative dei candidati reali. Non si poteva che partire dal quartiere Ferrovia, tema su cui le speculazioni elettorali si moltiplicano.

L'ABBANDONO. “Il degrado della zona ferrovia è un classico d'ogni campagna elettorale che si rispetti – evidenziano dal laboratorio politico -. Dalle comunali alle nazionali, non c'è politicante nostrano che si esima dal dire una manciata di banalità su bivacchi, pericolosità, illegalità, accidia e superbia dei ‘negri’ che popolano le strade attorno al viale della stazione. Con le regionali alle porte, anche a questo giro sentiremo ciò che abbiamo già sentito negli ultimi dieci anni da gente di governo e d'opposizione: che 'non se ne può più', che è 'una vergogna', che questo, una volta, era 'il salotto buono della città'. E che, prima ancora, era tutta campagna. Noi, interpretando lo spirito dei tempi, cominciamo una nostra campagna contro il degrado. Contro il degrado supremo, quello che ha generato tutto il resto: l'abbandono”.

L’ESEMPIO DELL’ARISTON. E lo fanno partendo dal Teatro Ariston, “vero e proprio monumento all'incuria, vero e proprio affronto ai cittadini di questa città, pugno nell'occhio di chiunque s'affacci sul piazzale della stazione trovandoselo dinanzi, maestoso e vuoto da anni, cadente e vandalizzato, maleodorante. Allora, politicanti di ogni estrazione alla rincorsa di Salvini, pronti a intortare i fessi con la favoletta dei bivacchi di stranieri come causa della fuga dal quartiere, rispondete a noi: cosa pensate di fare del Teatro Ariston? Quale intervento immediato contate di mettere in campo? O sapete solo fare propaganda sulla pelle degli ultimi?”. Un interrogativo provocatorio, perché in realtà lo stabile appartiene a Ferrovie dello Stato ed è stato messo in vendita. Ma anche su questo, il pensiero di Jacob è semplice e diretto: “Uno stabile in stato di abbandono è una responsabilità anche delle istituzioni. Il fatto che la proprietà sia delle ferrovie non toglie che quello schifo non viene pulito da lustri, che è una bomba batteriologica all'uscita della stazione e che si fa tanta polemica sul quartiere buono in mano agli immigrati cattivi ma non si ha la stessa tenacia nel combattere e criticare i grossi proprietari”.
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di Redazione 


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