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In marcia da Emmaus ad Amendola, oltre 150 partecipanti: "Avvolgiamo il filo della matassa per costruire la pace"

Si è conclusa con un flash mob davanti al filo spinato che circonda l'aeroporto militare di Amendola la decima edizione della Marcia della pace, partita dalla Comunità Emmaus. Oltre 150 i partecipanti che ieri – 10 aprile - hanno percorso a piedi i circa dieci chilometri di distanza, sfidando anche un vento gelido spirato per tutta la mattinata.

IL FLASH MOB. “Facciamo matassa”: questo il titolo dato al flash mob tenutosi al termine della marcia. Ciascuno ha annodato una striscia bianca a quella del vicino con l'indicazione di una sola parola significativa. “Il gesto – spiegano dal Coordinamento – ha una duplice valenza simbolica. La scelta di scrivere una sola parola è un rifiuto alle tante sprecate in nome della guerra e, d'altra parte, un richiamo forte alla volontà di pace, legata a quella degli altri. Il riavvolgere la striscia è il simbolo di una rete di legami necessaria per costruire ogni giorno la pace.

GLI INTERVENTI. Prima del flash mob è intervenuto Patrick Sebau, dell'Ambasciata di Pace che ha portato la sua testimonianza di ebreo che contesta la posizione di israele e di straniero in Italia invitando a costruire la pace iniziando a “guardare con occhi diversi lo straniero”. Folta la presenza giovanile a cui ha dato voce Jacopo Lo Russo dell'Unione degli Studenti.

I TANTI MOTIVI DELLA PACE. La marcia era iniziata alla Comunità Emmaus con la tradizionale benedizione delle Palme. Don Vito Cecere nell'occasione ha aggiunto ai tanti motivi per costruire la pace anche quello della lotta alla mafia che deve animare anche: “tutte le associazioni del terzo settore anche nei rapporti con gli Enti Pubblici da cui dipendono i fondi erogati. È importante non lasciarsi condizionare da questo e avere occhi vigili e attenti”.

IL COORDINAMENTO. Questa edizione della marcia è servita a rafforzare il movimento pacifista sul territorio. È sorto, infatti il Coordinamento di Capitanata per la pace con presenze anche della provincia. L'incombenza della guerra in Ucraina è servito a rinsaldare l'impegno a favore di una politica antimilitarista, da anni comunque perseguita a Foggia e provincia.

di Redazione 


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