Chissà se al Ministero dell’Interno conoscono e ricordano lo striscione
che campeggiava a inizi Anni '90 in Curva Sud: “Meglio soffrire per poi
gioire che illudersi e poi morire”. Perché in quel messaggio c’è tutto il senso
dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Foggia. Soffrono
tutti, si illudono in tanti, morirà politicamente qualcuno. Ma sostanzialmente,
questo scioglimento – e le mancate elezioni nella tornata autunnale –
si porta via anche tanti delusi.
LEGGI ANCHE. Comune di Foggia, la mafia “entrava” persino nei bagni comunali: ed è solo la sintesi della relazione del Ministro
LE FALSE ASPETTATIVE. A certificarlo, nero su bianco, è la sintesi della
relazione del Ministero. In quelle sei pagine che facevano da riassunto –
presentazione per arrivare allo scioglimento (e in attesa di leggere l’intera
relazione), si “evidenzia l’opportunità che il provvedimento di rigore contro
l’ente locale in parola venga adottato quanto prima della prossima convocazione
dei comizi elettorali, al fine di
non ingenerare false aspettative da parte di candidati
ed elettori circa la possibilità di rinnovare gli organi del Comune di Foggia
in occasione della imminente tornata elettorale di settembre-ottobre”. Come a dire: prima facciamo, prima capiscono. Ed è
una motivazione che nella sintesi viene espressamente rimarcata; “Sebbene il processo di ripristino della legalità nell’attività de Comune sia già
iniziato con la gestione provvisoria dell’ente affidata al commissario straordinario, per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalità, si ritiene, comunque, necessaria
la nomina della commissione straordinaria,
anche
per scongiurare il pericolo che la capacità pervasiva delle
organizzazioni criminali possa di
nuovo esprimersi in occasione delle
prossime consultazioni amministrative”.
UN ANNO DOPO. L'auspicio è che saltare il giro e rivedersi alle urne tra un paio d’anni almeno servirà in quanto “l’arco
temporale più lungo previsto dalla
vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l’avvio di
iniziative e di interventi programmatori che, più incisivamente, favoriscono il risanamento dell’ente”. Con
buona pace, pertanto, di chi era già in
pole position per gustarsi la tornata
elettorale e offrirsi in pasto come il “nuovo”. Il vento della legalità – come già
recitavano un po’ di slogan di potenziali candidati – spirerà (si spera) ma
lontano dalle urne, almeno per ora. E manifesti e santini restano nel cassetto.
Da illusi a delusi, il passo è breve. Perchè proprio Ferragosto, sulle spiagge
garganiche, sarebbe stato il teatro ideale per una campagna elettorale ‘legale’.
E pensare che solo un anno fa, inchieste alla mano, si consumava uno degli atti
che ha portato all’arresto dell’ex sindaco di Foggia, Franco Landella. Il 15
agosto 2020, mentre i foggiani pensavano al 'galluccio' e causa Covid non potevano gustarsi il concerto in piazza,
il primo cittadino incontrava l’imprenditore Tonti: in quella
stessa data diventava esecutiva la delibera di proroga in favore
dell’imprenditore e in cui, secondo le indagini e le parole del procuratore Vaccaro,
“viene raccolta la tangente e distribuita alle persone in due tranche da
duemila euro ciascuno”. Un anno dopo, il 15 agosto 2021, Foggia si lecca le
ferite. Pronta a soffrire per poi gioire, che a illudersi e poi morire è un
attimo.