Flai Cgil, una presidio sotto la Prefettura contro caporalato e lavoro nero
L'iniziativa per sostenere i 5 Sì ai referendum
Mobilitazione nazionale lunedì 26 maggio indetta dalla Flai Cgil contro caporalato e lavoro nero in agricoltura e per sostenere i cinque Sì ai referendum su lavoro e cittadinanza. A Foggia un presidio è stato organizzato per la mattina dalle 10 alle 12.30 sotto il Palazzo della Prefettura in Corso Garibaldi.
AZIENDE IRREGOLARI. “Nell’ultimo rapporto dell’ispettorato del lavoro – ricorda Giovanni Tarantella, segretario generale della Flai Cgil di Capitanata - su 409 aziende agricole ispezionate il 47% risulta irregolare, un dato superiore alla media nazionale. E nell’analisi dei dati si evince come tra le irregolarità riscontrate non è escluso l’odioso fenomeno del caporalato”.
I REFERENDUM. Una condizione del lavoro e della cittadinanza “che dimostra quanto i temi che affrontano i 5 referendum del prossimo 8 e 9 giugno – spiega Tarantella - siano, purtroppo, vivi e attuali anche nella filiera dell’agroalimentare italiano. Denunciare che lo sfruttamento nei nostri settori è parte di un modello di lavoro sempre più precario e senza tutele, e che le logiche che determinano il caporalato non le troviamo solo in agricoltura ma anche nelle filiere degli appalti di diversi nostri settori industriali, dove poi sono più frequenti gli infortuni sul lavoro, ci evidenziano quanto sia necessario mobilitarsi anche nel nostro comparto. Considerando che il referendum sulla cittadinanza diventa ulteriore strumento di contrasto allo sfruttamento e al caporalato per i lavoratori stranieri oltre alle battaglie che già facciamo”.
LA RICHIESTA AL PREFETTO. A questa condizione di diffusa irregolarità “si sommano le imprese senza terra, le finte partite Iva, il lavoro povero, che spesso ritroviamo nelle figure a bassa professionalità, i licenziamenti facili, si avverte l’urgenza di rilanciare queste nostre battaglie quotidiane anche nella campagna referendaria”. La Flai Cgil di Foggia ha chiesto al Prefetto di poter ricevere una delegazione di dirigenti e lavoratori nella mattinata del sit-in, in modo da poter illustrare le ragioni della protesta.
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