Niente chiacchiere, siamo commissari: "Noi parliamo solo con gli atti amministrativi"
Ospite dell'appuntamento con i "Dialoghi sulla legalità", la rassegna organizzata dall'università di Foggia con i laureandi e con gli studenti delle scuole superiori, la commissaria Marilisa Magno è stata avvicinata, in apertura, dai giornalisti per un breve bilancio sui primi mesi a Foggia.
NIENTE CONFRONTO. Il commissario però ha, per l'ennesima volta, rifiutato un confronto con i media, trincerandosi dietro l'ormai noto ritornello: "Noi parliamo solo attraverso gli atti amministrativi". Vano, ancora una volta, è stato il tentativo di creare un ponte tra istituzioni e cittadinanza, a cui andrebbero perlomeno "spiegati" gli atti e i motivi che ne portano all'attuazione.
La commissaria Magno: "Parlano gli atti"
LA NECESSITA' DI SPIEGARE. In occasione di provvedimenti di forte impatto come quello della chiusura delle scuole d'infanzia comunali, la commissione si limitò ad una nota formale, insufficiente tuttavia a dissipare i tanti dubbi sulla decisione. A seguito dei recenti aumenti delle tariffe per i parcheggi su strisce blu non è pervenuta neanche quella. Una "chiusura" già tante volte testimoniata da sindacati, associazioni e realtà territoriali che stanno incontrando non poca difficoltà a intraprendere un dialogo con l'amministrazione comunale attuale. Per carità, il ruolo che sta svolgendo la commissione straordinaria guidata dalla Magno è delicato. Ma l'aprirsi alla città più che una complicazione potrebbe essere visto come un'opportunità di ricevere contributi in termini di conoscenza delle problematiche e di proposte.
LE PROPOSTE. Proprio di proposte si è parlato al termine dell'incontro all'Università. Sollecitata dalle domande dei giovani presenti, la commissaria Magno (guarda il video in basso ndr) ha loro risposto invitando a non essere solo critici ma costruttivi per dimostrare che la città sta reagendo inviando idee anche all'Amministrazione Comunale. "Proponete" ha esortato Marilisa Magno. Una domanda, tuttavia, sembra lecita: come è possibile inviare proposte se non ci sono luoghi e spazi di dialogo?
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