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Foggia, riapre a Sant'Alfonso il dormitorio per i senza dimora

I Fratelli della Stazione: "Non si poteva più aspettare. Paghiamo noi i costi di gestione, ma se il Comune vuole intervenire..."

Da stasera, 19 marzo, riapre il dormitorio per senza dimora. Riapre proprio dove era stato chiuso per questioni di sicurezza legate all’emergenza sanitaria: nei locali della parrocchia di Sant’Alfonso de’ Liguori.

LE DISPONIBILITA'. Ad annunciare la riapertura sono i Fratelli della Stazione, che avevano richiesto pubblicamente degli spazi (Leggi: Anche a Foggia #vorreistareacasa: "Cerchiamo capannone o locale per allestire un dormitorio"). "Lo abbiamo riaperto lì - spiegano i Fratelli della Stazione - perché la ricerca di locali, capannoni, immobili comunali, palestre e quant’altro è stata davvero complicata e dalla chiusura del dormitorio erano già trascorsi troppi giorni, dieci per l’esattezza. Avevamo anche ricevuto la disponibilità della Fiera di Foggia - evidenziano -, ma non è stato più possibile proseguire per quella soluzione. Bisognava dare una risposta ai trenta senza dimora che non avevano più un luogo in cui dormire e, soprattutto, in cui restare anche durante il giorno per evitare possibili contagi".

LA STRUTTURA. E così, dopo un pressing durato giorni e giorni con l’Amministrazione Comunale di Foggia, grazie alla disponibilità e all’attenzione di Luigi D’Agrosa – responsabile del COC (Centro Operativo Comunale) – i Fratelli della Stazione hanno pensato di allestire il dormitorio sempre nella tenace parrocchia di Sant’Alfonso de’ Liguori, grazie alla disponibilità del parroco padre Lello Martino e dei volontari, garantendo però distanze e sicurezze. "In pratica, saranno utilizzate due strutture: il corpo centrale del dormitorio dove troveranno ospitalità 14 persone senza dimora e attivo già da questa sera e i locali del teatro, dove si sistemeranno altri 12 clochard. Per questi ultimi, all’esterno del teatro saranno posizionati domani anche due bagni chimici".

I LETTI. Di conseguenza, questa mattina, coordinati da Luigi D’Agrosa – responsabile del COC – i volontari della Croce Rossa Italiana – Comitato di Foggia – e della Protezione Civile, seguiti dai volontari dell’associazione Fratelli della Stazione, hanno allestito i posti letto nelle due strutture di ricovero. A presiedere l’intervento e assistere h24 i senza dimora in questa fase di emergenza sanitaria, sempre su indicazione del responsabile del COC - saranno i volontari della CISA – Coordinamento Italiano e Sicurezza Ambientale Protezione Civile (dalle ore 6 alle 22) ed ERA Ambiente.

LE PARROCCHIE. Il vitto giornaliero sarà garantito attraverso la collaborazione avviata con la mense dell’Immacolata e della Caritas diocesana Foggia-Bovino presso la parrocchia di S.S. Salvatore, con l’utilizzo dei volontari che provvederanno a portare pranzo e cena ai senza dimora. La domenica, invece, con molta probabilità saranno le parrocchia di Gesù e Maria e San Pio X a provvedere al ristoro dei poveri, sempre con le stesse modalità di intervento.

I COSTI DI GESTIONE. "Ci teniamo a precisare - concludono dai Fratelli della Stazione - che tutti i costi di gestione (bagni chimici, acqua, luce, gas e tutto il materiale che serve) saranno a carico dell’associazione Fratelli della Stazione, che potrà utilizzare le sue risorse del 5x1000 ed il prezioso sostegno ricevuto da Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, Fondazione Emmaus-Siniscalco Ceci, Fondazione Vodafone Italia, che ovviamente ringraziamo di cuore. Ovviamente, se l’Amministrazione Comunale di Foggia vorrà contribuire o sostenere – anche attraverso le risorse del Piano Sociale di Zona – non potrà farci che piacere. Permetteteci di ringraziare padre Lello per la disponibilità, che prosegue nel solco dell’accoglienza ai più poveri che in questi anni ci ha splendidamente insegnato padre Martella Luigi che ha dato vita al dormitorio nel 2015. Confidando che si arrivi al più presto ad un ritorno alla normalità, il dormitorio di emergenza diventa una risposta importante per la vita dei senza dimora che mai come questo momento particolare hanno necessità di trovare una sistemazione alloggiativa per contribuire a frenare il diffondersi del virus e poiché vivendo in strada non possono rispettare le ordinanze e i decreti previsti dall’emergenza sanitaria".

di Redazione 


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