Due condanne per usura a Foggia: vittime costrette a tassi del 150% e a vendere la propria casa
Un'intera famiglia coinvolta. Un padre e due figli di San Severo che chiedono un prestito di 50 mila euro. Ma costretti a un tasso del 150% annuo. Con la richiesta assillante degli interessi mensili che si trasforma in un incubo: pesanti minacce di morte e la vendita dell’unico appartamento di proprietà a un prezzo imposto dagli usurai, pari alla metà dell’effettivo valore dell’immobile. L'incubo, però, è finito. E la terza sezione penale del Tribunale di Foggia ha inflitto condanne pesanti per i reati di usura ed estorsione a carico di F.N. e V. M., rispettivamente alla pena di 5 e 7 anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni per il primo imputato e all’interdizione dai pubblici uffici in perpetuo per il secondo imputato. Gli stessi sono stati condannati, oltre al completo risarcimento del danno, anche a una provvisionale immediatamente esecutiva di circa 50mila euro a favore delle persone offese costituitesi parte civile.
IL CALVARIO. L’ampia e sentita istruttoria dibattimentale, oltre a confermare in toto l’impianto accusatorio, ha portato alla luce il lungo calvario patito dalle vittime di usura le cui testimonianze, precise e concordanti, hanno offerto al tribunale una ricostruzione dettagliata dei rapporti intercorsi con gli usurai e della loro condizione di soggiogazione dovuta allo stato di bisogno.
PARTE CIVILE. Anche in questo ennesimo e triste episodio di usura, la Fondazione antiusura Buon Samaritano, rappresentata dall’ avvocato Andrea C. D’Amelio, si è costituita parte civile nel procedimento penale. "Una concreta dimostrazione di vicinanza delle istituzioni a chiunque, vittima di reato, trovi la forza e il coraggio di reagire ai fenomeni criminali del nostro territorio", evidenziano dalla Fondazione.
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