Soldi in cambio di voti, la prova era la foto della scheda elettorale
La Questura di Foggia comunica che, oltre a quella su Maffei, c'è un'altra inchiesta in corso. Nel 2020 sempre nell’ambito delle consultazioni elettorali, è stata compiuta un’altra attività investigativa da parte della D.I.G.O.S. e della Polizia Postale che, coordinata dalla Procura della Repubblica ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.
FOTO ALLE SCHEDE. Nei confronti di 21 soggetti, presunti responsabili del reato di corruzione elettorale, i quali in cambio di denaro o altra utilità, avrebbero espresso il proprio consenso elettorale in favore di un candidato, fornendo come prova del voto uno scatto fotografico effettuato all’interno della cabina elettorale.
LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA. La Questura precisa che la posizione delle persone coinvolte nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.
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