Foggiani a Londra ai tempi del Covid: “City deserta, corsa al paracetamolo e carta igienica già introvabile”
Raggiunto da Foggia Città Aperta, la testimonianza di un lavoratore
“La città inizia veramente a essere deserta, il servizio della metropolitana ha annunciato un calo del 20% dei passeggeri con dati riferiti alla scorsa settimana, che in questa saranno raddoppiati. Carta igienica, disinfettanti, riso, pasta, medicinali da banco e salse pronte: tutto già quasi introvabile!”
LONDRA, SCENARIO ALLARMISTICO. Da Londra, il resoconto di un lavoratore foggiano, Mimmo, di stanza nella capitale inglese ormai da tantissimi anni e preoccupato, come tutti, per quello che sta avvenendo nel mondo. Lo scenario, a suo dire, al di là delle rivoluzionarie idee del premier Johnson – non è la sede adatta, ma pare accantonata la strategia di “sdoganare” il virus per raggiungere l’immunità di gregge – è quasi più allarmistico di quello italiano. Quanto meno dal punto di vista dell’atteggiamento dei cittadini inglesi e, in modo particolare, dei londinesi.
CARTA IGIENICA E PARACETAMOLO. “La carta igienica è la cosa che manca di più nei supermercati – racconta Mimmo – eppure siamo ancora lontani dai numeri, per così dire, italiani e cinesi. Sarà che qui manca il bidet nella maggior parte degli appartamenti – scherza su – ma comincia davvero a diventare un bene di prima necessità”. Oltra alla carta igienica pare che, in attesa di misure dall’alto – evidentemente liberistiche anche a livello di semplici indicazioni – siano gli stessi negozianti a razionare le provviste: “In questi ultimi giorni c’è stata una vera e propria corsa al paracetamolo – racconta Mimmo – neanche fosse efficace a combattere il Coronavirus… Molti negozianti e farmacisti, di propria iniziativa, hanno posto limiti di acquisto”.
LE AZIENDE FANNO LE VECI DEL GOVERNO. E se l’annuncio di chiudere le scuole è giunto soltanto da poche ore, non lo stesso è stato fatto nei confronti di aziende e negozi, palestre e altre attività. “Anche in questi casi – spiega Mimmo – sono le singole società che hanno preso misure in modo autonomo, mettendo molti lavoratori in smart o remote working. La palestra a cui sono iscritto, per fare un esempio, non ha dovuto chiudere ma, questo sì, ha cancellato tutti i corsi per paura di creare assembramenti”. E la City? “La City la conosco bene per motivi di lavoro: di solito fai fatica a camminare per quanta gente c’è… Oggi, è praticamente deserta”.
“NOI ITALIANI A LONDRA”. Non consola, infine, il dato che tra la merce maggiormente saccheggiata nei supermercati – come testimonia la foto scattata dal lavoratore foggiano a Londra – ci siano sughi già pronti e, soprattutto, pasta. “Noi italiani a Londra, o in Inghilterra, in realtà, siamo doppiamente preoccupati – conclude Mimmo – sia per i nostri cari in Italia, poiché stiamo seguendo quello che sta accadendo, e sia per come verrà gestita dal Governo inglese questa situazione: forse si rivelerà azzeccata l’idea di ‘chiudere’ una città frenetica e viva come Londra soltanto all’ultimo, com’è stato annunciato, servirà magari a dare più fiato a chi sarà costretto a stare a casa… Speriamo sia la soluzione giusta”.
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