Il foggiano Conte esce di scena tra gli applausi: quand’era stata l’ultima volta?
L’addio del Presidente del Consiglio uscente
Già, quando? Quando è stata l’ultima volta che un Presidente del Consiglio è andato via con una standing ovation? Quando è stato, soprattutto di recente, che un uomo delle istituzioni di questa terra abbia ricevuto un così spontaneo onore delle armi?
UN SOFFIO DI CIVILTA’. Dai dipendenti di Palazzo Chigi, anzitutto – e non è poco, aggiungendo che ad applaudirlo non erano solo alti stipendiati di Stato. Da chi ha sfidato il freddo di queste ore solo per tributargli un coro, un saluto, uno slogan al momento dell’ingresso in auto. Ma non solo. Basta scrollare sugli smartphone per leggere manifestazioni d’affetto persino da chi, più o meno scopertamente, non l’ha mai digerito. E quando non è l’affetto a palesarsi, è una certa idea di rispetto a cui non eravamo più abituati che invece trapela nei messaggi di addio: un soffio di civiltà nazionale che, nel bene o nel male di quanto fatto, vuole riconoscergli l’impegno profuso. Il servizio reso ai cittadini durante il mandato più difficile degli ultimi settant’anni della Repubblica.
PAROLE SULLA LUNA. Effetto pandemia, si dirà. Trasporto emotivo. Fragilità collettiva che si identifica nella resa di uno solo. Tutte considerazioni valide, validissime, persino facilmente comprovabili che però, si conceda, non scalfiscono un’immagine di personaggio pubblico, di capo di governo, come non si vedeva da tempo. E questo al netto di decisioni politiche che – non è questa la sede – sarà solo il tempo a dichiarare valide o meno, di merito o di demerito. Eleganza, decoro, dignità: sono solo alcune delle qualità che si leggono in calce al video ormai virale di Giuseppe Conte che saluta e se ne va, mano nella mano con la sua compagna. Persino onestà. Parole che mancano da tempo ai piani alti della politica e che, da queste parti, tra arresti, tangenti e figuracce volgari, sembrano ormai finite su quella luna cantata da Ariosto, la stessa dove risiedono quelle cose belle che gli umani hanno ormai smarrito sulla terra.
FOGGIANO APPLAUDITO A ROMA. Giuseppe Conte da Volturara Appula esce di scena, dunque. E no, non rientra nel foggiano, come invece hanno scritto i leghisti in una vignetta in cui Salvini accompagna Giuseppe in stazione, quasi a volersi prendere il falso merito di una rivincita per lo smacco a reti unificate subìto due estati fa – merito che è tutto di un altro Matteo il quale, presto o tardi, saprà dagli italiani se è stata genialità o boutade il suo colpo di mano. Andrà dove vorrà, Conte, come tutti. Se da degno uomo di Stato o da decoroso incapace, al momento, è troppo presto per dirlo – ognuno ha le sue idee. Ma resterà impressa nella mente di molti foggiani l’immagine di un uomo di questa terra che, a Roma, esce di scena tra gli applausi. E di questi tempi, da ‘ste parti, non è poco.
E pensare che il sindaco di questa città l'ha ceduta (ovvero venduta, a suo modo) al capitan sovranista e leghista che deve 49 milioni di Euro trafugati dal suo partito agli italiani!
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