Ghetto dei Bulgari, ordinanza di sgombero notificata senza traduzione: rischio invalidità?
Scopelliti (Solidaunia): “Amareggiato dalle istituzioni”
È stata notificata sabato mattina 11 febbraio, dagli agenti della polizia municipale del Comune di Foggia, l’ordinanza di sgombero del sito Masseria Fonte del Pesce, noto come ghetto dei bulgari. Agli occupanti è stato dato il termine di 10 giorni per abbandonare il sito.
NOTIFICA SENZA TRADUZIONE. Il provvedimento era stato emesso due giorni prima per cause di sicurezza. La notifica, tuttavia, non è stata firmata da tutti i nuclei familiari presenti. Il testo dell’ordinanza è stato infatti consegnato in italiano, lingua non comprensibile dalle persone interessate, con il rischio che la notifica sia viziata da invalidità. Da Palazzo di Città nei giorni precedenti era stata richiesta disponibilità di interpreti per la traduzione, evidentemente poi qualcosa deve essere cambiato. Alcune famiglie, inoltre, hanno dichiarato di aver sottoscritto l’atto senza comprenderne il significato e qualcuno ha aggiunto che è stato detto loro che si trattava di una richiesta di fornitura di acqua potabile.
ASSOCIAZIONI DELUSE. Intanto, giungono dichiarazioni amareggiate da parte delle associazioni che da anni operano volontariamente per assistenza di tipo sanitario ai minori del ghetto. Tonio Scopelliti (Solidaunia) non nasconde la delusione: “Sono irritato per la fretta con cui si è voluto imporre questo atto. Il Prefetto ci ha convocato per un incontro alla ricerca di una soluzione. Al tavolo le associazioni di volontariato (Caritas, Anolf , Emmaus e Solidaunia) si sono presentate "indifese" e pienamente collaboranti. Ci eravamo impegnati a trovare degli appartamenti per alcuni nuclei familiari e insieme ad Anolf ed Emmaus si stava ragionando ad altre ipotesi risolutive.
Non capisco, perciò, dopo tanta leale collaborazione i motivi di questa accelerazione”.
ENTI ASSENTI. Tutti gli altri (Enti, Fondazioni, Ferrovie, Anas, Regione, Comune) – continua il medico volontario - non hanno fatto un passo avanti, si sono arroccate sulle loro posizioni: il Tribunale dei Minori sull'affidamento dei minori, il Comune sullo sgombero. Le Fondazioni, poi, non si sono neanche presentate: solo la De Piccolellis, per dire che non avevano immobili a disposizione. Contraddittorio anche il comportamento delle Ferrovie – riflette Scopelliti - che ha negato la disponibilità di immobili quando giorni prima aveva pubblicato un bando per l'affidamento degli immobili delle stazioni, tra cui quella di Orta Nova”.
IPOTESI ALTERNATIVE. A nome delle associazioni Tonio Scopelliti non perde la speranza di soluzioni differenti: “La situazione è complessa e delicata. Bisogna trovare un'alternativa” sollecita. “Certo, le condizioni in cui versa l'insediamento sono veramente al limite della decenza ma esporre intere famiglie e bambini ai pericoli e ai disagi della strada non mi sembra legale e decoroso. Bisognerebbe che si facciano dei passi indietro prima che si arrivi alla "soluzione finale". Al Comune dico che anche economicamente converrebbe favorire l'insediamento delle famiglie in immobili agricoli piuttosto che pagare le rette ai bambini affidati agli istituti. Lancio, poi, un invito alle categorie imprenditoriali, comunque coinvolte”. Il riferimento è all’utilizzo come manodopera a basso costo nelle campagne limitrofe degli abitanti del ghetto. “E' un ultimo grido d'aiuto a tutta la comunità che comunque si avvantaggia del lavoro degli "schiavi" il suo appello. “Tutta la comunità ha il dovere di farsi carico della soluzione del problema”.
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