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Per anni ha gestito la videosorveglianza a Foggia, stop del prefetto alla Goss srl: "Possibili infiltrazioni mafiose"

La socia di maggioranza in affari con Alessandro Carniola

A partire dal 2015, la gestione della videosorveglianza nella città di Foggia era in mano alla Goss srl. La società ha ottenuto svariati affidamenti diretti ed era stata già citata nella relazione di scioglimento del Comune per le diverse anomalie individuate nella gestione dei bandi da parte del dirigente Affatato e del collaboratore Antonio Parente, poi arrestato per corruzione nell’indagine Nuvola d’oro. Ora, arriva la decisione del prefetto Carmine Esposito. L’impresa Goss srl è soggetta a “possibili infiltrazioni mafiose” e, per questo motivo, è stata sottoposta a interdittiva antimafia.

GLI AFFARI CON CARNIOLA. Gli ‘occhi’ della città, dunque, per anni sono stati gestiti da un’impresa che, secondo il prefetto, presenta “concreti elementi da cui risulta che possa agevolare le attività criminose ed esserne in qualche modo condizionata”. L’analisi della prefettura parte dalla socia di maggioranza della Goss srl, Stefania Ricci. Quest’ultima, fino agli ultimi mesi del 2021, è stata anche socia di maggioranza e amministratrice della Gdc Servizi srl, la società che gestisce il ristorante Poseidon (per due volte preso di mira dalle bombe) e il b&b “Al Giordano”, a due passi dal teatro. Socio in affari, Alessandro Carniola. Ed è la figura di quest’ultimo che assume una rilevanza dirimente negli approfondimenti. Si tratta del pregiudicato di cui Foggia Città Aperta si è occupata in un’inchiesta dopo l’attentato alla New Coffee (LEGGI).

LE INCHIESTE GIUDIZIARIE. Alessandro Carniola, secondo la relazione, ha infatti “un curriculum penale inquietante”. Condannato per usura ed estorsione è coinvolto in diverse operazioni giudiziarie, come Baccus e Caronte, nella quale ha operato con elementi di spicco della mafia foggiana come Emiliano Francavilla, Fabio Trisciuoglio, Vito Bruno Lanza, solo per citarne qualcuno. Dagli atti di indagine risulta, inoltre, che Carniola è, in pratica, considerato una ‘banca’ per la Società foggiana. Operando nel settore delle scommesse e ricevitorie sportive, “faceva confluire il denaro nell’approvvigionamento delle disponibilità finanziarie dell’associazione criminale di cui era parte”.

LE MANCATE VERIFICHE ANTIMAFIA. Già nel 2017, con la sua Pepe Games snc aveva ricevuto un’interdittiva antimafia. Nonostante tutto Stefania Ricci ha continuato a lavorare con Carniola fino a novembre 2021. Peraltro, il cambio di amministrazione avvenuto solo pochi mesi fa viene considerato dal prefetto esclusivamente strumentale a evitare i controlli antimafia. Ed è proprio sui controlli antimafia che emerge il comportamento, definito ‘elusivo’ del Comune di Foggia. Per anni ha affidato alla Goss il servizio di gestione, manutenzione e riparazione della videosorveglianza per un importo complessivo di circa 300mila euro. Nonostante questo mai è stata fatta richiesta di verifica antimafia, richiesta che è avvenuta solo dopo le sollecitazioni della prefettura.

GLI ALTRI INTRECCI. Ma gli intrecci ‘pericolosi’ della Goss srl non finiscono qui. Il marito convivente della socia di maggioranza Stefania Ricci è Marco Damiano, coinvolto nelle indagini sugli appalti Ataf insieme al suocero di Franco Landella, ora deceduto, e a Sergio Giannini, padre di Salvatore ex amministratore proprio della Gdc Servizi srl di Carniola. Marco Damiano è stato controllato più volte in compagnia di elementi di spicco della batteria ‘Moretti-Pellegrino-Lanza’ come ad esempio Ernesto Gatta. Inoltre, Damiano è titolare anche della Euroelektrik, con sede e oggetto sociale coincidente con la Goss. Si tratta di un’altra impresa beneficiaria di appalti nel campo della videosorveglianza con procedure ‘di affidamento diretto e a basso contenuto concorrenziale’. L’interdittiva antimafia del prefetto, pone fine a questo andazzo.

di Michele Gramazio


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