Muore sul lavoro giovane 23enne: è accaduto nelle campagne di Stornara
Un giovane 23enne, Francesco Albanese, è morto sul lavoro in agro di Stornara nella mattinata di oggi - 27 febbraio - mentre era intento a operazioni di scavo per la messa a dimora di un impianto idrico.
L'INCIDENTE. L'operaio, secondo le prime ricostruzioni. è rimasto schiacciato dal peso del terreno che era stato accumulato in corrispondenza dello scavo. A nulla sono valsi i soccorsi.
LO SCONCERTO DELLA CGIL. La Camera del Lavoro di Foggia, assieme alle categorie provinciali dei lavoratori dell’edilizia - Fillea - e dell’agricoltura - Flai - esprimono sconcerto e indignazione per l’ennesima vittima sul lavoro in Capiatanata, a meno di una settimana dello sciopero di due ore indetto nei settori delle costruzioni e della metalmeccanica a livello nazionale dopo il tragico crollo sul cantiere di Firenze che ha causato la morte di cinque operai.
“Non si può morire a 23 anni, non si deve morire di lavoro, di lavoro c’è bisogno per vivere”; affermano i segretari generali Gianni Palma (Cgil), Savino Tango (Fillea) e Giovanni Tarantella (Flai). “Alla famiglia del giovane Francesco Albanese va il nostro cordoglio. Attendiamo che gli organi preposti accertino le condizioni di lavoro, sicurezza e rispetto delle norme nel cantiere, ma non possiamo assistere inermi a una strage. Serve cultura della responsabilità, serve formazione, serve prevenzione”.
I NUMERI DELLA STRAGE SUL LAVORO. “Nel 2023 sono state 4.308 le denunce di infortunio all’Inail in provincia di Foggia, una media di dodici al giorno. Gli incidenti mortali sono stati quindici. Tutto questo avviene mentre il Governo predispone misure inadeguate sul versante della sicurezza, con gli organici degli enti ispettivi ridotti all’osso e un numero di aziende controllate annualmente irrisorio. La Cgil - conclude la nota - proseguirà la sua azione di mobilitazione e informazione, a partire dal ruolo che svolgono i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.