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“La strada” del Teatro dei Limoni porta dritti a casa: un viaggio in blablacar può anche essere la vita

La nuova produzione della compagnia foggiana

“La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «È un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura»”.

UOMO DI POCA FEDE. Cosa c'entri il passo del vangelo sopracitato (Matteo 14) con Manuel, il comunissimo uomo figlio di questo secolo che dà un passaggio in blablacar allo spaesato Dario, protagonisti della pièce teatrale "La strada", tocca solo al pubblico stabilirlo. Basti aggiungere, quale ultimissimo indizio e a cortesia di chi è digiuno di catechismi, che in una versione del miracolo Gesù chiama a sé, a camminare sulle acque, anche Pietro. Ma il futuro papa non si fida, ha paura, annaspa, gli chiede aiuto – «uomo di poca fede, perché hai dubitato?»

UN RITORNO A CASA. Il primo e nuovissimo spettacolo della nuova stagione del Teatro dei Limoni, alla ripresa dopo due anni di covid, andato in scena tra fine ottobre e il primo giorno di novembre nello spazio di via Giardino, è un marchio di fabbrica. Un ritorno a casa. Una ripartenza da quelle che sono le certezze storiche della compagnia teatrale foggiana. La scrittura di Leonardo Losavio, anzitutto, autore e attore dello spettacolo: surreale, grottesca ironia utilizzata allo scopo di “smascherare” grandi temi, il rassicurante velo dell’umorismo che va giù sul più bello chiedendo allo spettatore, anche brutalmente, il conto di tutta la faccenda. Una cifra stilistica dei Limoni – lo spettacolo ammicca alla loro prima storica produzione, “Viaggio nei caotici stati d’animo” – confermata dal dialogo costante, confronto a tratti esilarante, tra ciò che frulla in testa ai due protagonisti e, appunto, il pubblico.

FARI PUNTATI VERSO IL PUBBLICO. La regia poi, altra certezza, firmata Roberto Galano – l’altro attore dello spettacolo a due. Qui più essenziale che mai, tutta focalizzata sui personaggi, sui tempi scenici, sul messaggio ultimo purché non lo si nomini mai, poiché di tutto si può ridere, anche della domanda più domanda di tutte: quel doppio interrogativo che unisce “perché siamo qui” e “chi diavolo siamo” – che poi è ciò che Manuel, il guidatore, cerca di capire di Dario, il passeggero. Lo spettacolo è tutto qui, si fa in un'automobile che ha i fari puntati verso il pubblico – e non è un caso – per poi “scendere”, trasferirsi in autogrill, davanti a un panino, a un caffè, in bagno, tra slanci in avanti e flashback – “carpe diem”, diceva qualcuno. E tanto basta ai due viaggiatori: uno cerca di capire chi è l’altro, l’altro cerca di capire il resto, ma le due cose sono drammaturgicamente fuse.

LA FIDUCIA. “La strada” del Teatro dei Limoni – al debutto e pronto a girare nei circuiti “off” dei teatri italiani – non è uno spettacolo sulla fede nel suo senso più comune, puramente religioso: il suo essere un atto assoluto. Piuttosto, risalendone l’antico etimo latino, è uno spettacolo sulla “fides”. La fiducia, la parola data. Alla lettera: “il riconoscimento dell’affidabilità dell’altro”. Ed è qui che si gioca la partita tra Dario e Manuel, i due viaggiatori di Blablacar. È qui che si gioca tutto.

di Redazione 


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