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Legalità: imprenditori subiscono bombe, Camera Commercio e Confesercenti ''sparano'' polemiche

Triste teatrino, la criminalità ne giova

Al prossimo tavolo di concertazione sul racket, o cabina di regia, incontro istituzionale - e chi più ne ha più ne metta con queste espressioni molto filosofiche ma poco concrete -, invitiamo i commercianti che hanno subìto minacce estorsive e intimidazioni a presentarsi con le copie degli ultimi comunicati stampa polemici, tra i vertici della Confesercenti e la Camera di commercio di Foggia.

TRA BOMBE E SPARATE. Perché quello che sta avvenendo negli ultimi giorni è un evidente gioco al massacro (figurato), in barba a chi massacrate vede (realmente) le proprie speranze, le proprie certezze, le proprie aziende. Se i vari Porreca, Granata, Simone ‘sparano’ dichiarazioni di fuoco, commercianti e imprese foggiane subiscono colpi di pistola veri. Tutti i giorni.

IL TEATRINO. Non c’è neppure bisogno di ripercorrere la triste escalation di attentati e agguati, ma probabilmente è utile riordinare le tappe della polemica incrociata degli ultimi giorni, che affonda però in pregresse ‘corse alla poltrona’: lettera aperta di Porreca dopo l’intimidazione a Moschella a cui replica la Confesercenti (“Parli bene, ti comporti male”), con ulteriore risposta del presidente dell’ente camerale (“La butti in caciara, appoggi chi mesta nel tobido”), fino alla controrisposta di stamattina di Simone (“Fai dichiarazioni dissennate ma non agisci contro Di Mauro”).

DENUNCE E SERIETA’. Fa specie che questo triste teatrino sia partito all’indomani della presentazione del Nia, il nucleo investigativo antiracket, nato anche sulla scia di un’analisi: “durante le indagini svolte – hanno spiegato dalla Questura - è emerso un elemento comune riferito alle vittime, la preoccupazione di essere abbandonate e di dover affrontare da sole gli estorsori”. Ebbene, questa è la risposta dei vertici di realtà come Confesercenti e Camera di commercio a un grido d’aiuto? Smettetela, per favore. Fate un passo indietro e fermatevi. Combattiamo le bombe vere, evitiamo di alimentare quelle mediatiche. Non serve farsi vedere in prima fila alle fiaccolate o stare sul palco quando si discute di legalità. Fatelo – e non abbiamo dubbi di ritenere che nel silenzio delle vostre stanze lo stiate già facendo – ma senza quell’amaro retrogusto di polemica, di cui la città farebbe volentieri a meno. Siete anche voi imprenditori, siete anche voi sotto tiro. E, purtroppo, ne siete ben consapevoli. Le istituzioni facciano fronte comune oppure, molto semplicemente, se avete dubbi, perplessità o ‘certezze’ su condotte illegali/criminali, denunciate. Ma in Procura, non solo con qualche frecciata servendosi della stampa.

di Redazione 


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