Stampa questa pagina

Mafia, popolo, Amiu e “Signori dei voti”: il Polis Lab di De Sabato produce spunti e “aspetta” un sindaco

Presente anche Luigi De Magistris in Sala Farina

“Luigi De Magistris è un profilo di sindaco che mi piacerebbe avere, per l’attenzione dimostrata verso gli ultimi”. Antonio De Sabato accoglie così l’ex sindaco di Napoli, venerdì 3 marzo, ospite di rilievo del Polis Lab organizzato nella Sala Farina di Foggia da Progetto Concittadino – alternativa politica in cerca di un candidato credibile per le prossime elezioni comunali che fa di questi “laboratori cittadini” un momento di incontro e dibattito con la cittadinanza.

“CI ASPETTAVAMO UNA BOMBA”. Oltre al magistrato – che sogna sempre, come dice, una “rivoluzione popolare che parta dal Meridione” – presenti all’incontro anche Leonardo Palmisano, intellettuale e imprenditore culturale, il giurista Filippo Agnusdei e Vincenzo De Filippo, quest’ultimo titolare in centro di “Centonove/Novantasei”: esperimento di imprenditoria etica che “sfida” la criminalità organizzata. “Siamo aperti dal 15 ottobre – racconta De Filippo, chiamato ad aprire l’incontro in rappresentanza di quella società civile in grado di riscattare il territorio – e non abbiamo ancora una saracinesca ammaccata… A questo punto - aggiunge in tono scherzoso - ci aspettavamo almeno una bomba”.

IL POPOLO CHE DECIDE DI FARE IL POPOLO. Il bello di scherzare persino sulla Quarta Mafia, su una città considerata – come ricalca De Sabato – la più pericolosa d’Italia in cui però, aggiunge, un‘attività come quella di De Filippo, che propone prodotti confiscati alla mafia, può ritagliarsi un proprio spazio economico e culturale. D’altronde, il Polis Lab di venerdì 3 marzo verte proprio sul tema legalità: come e da dove ripartire in un capoluogo di provincia sciolto per infiltrazioni mafiose? Come e da dove ripartire in una città commissariata e sempre più rassegnata? “Dal popolo – suggerisce De Magistris, forte della sua doppia esperienza napoletana – perché quando il popolo decide di fare il popolo tutto è possibile: noi abbiamo cambiato la città più difficile d’Europa, potete fare altrettanto anche voi”.

AMIU, MAFIA E BARI. Ma i problemi ci sono e ingombrano, anche fisicamente, la città. Su tutti, il caso Amiu, come sottolinea l’avvocato Oreste di Giuseppe, intervenuto durante l’incontro in rappresentanza del gruppo Società Civile che da diversi mesi anima i social con spunti e sollecitazioni dal basso (di recente, l’avvocato foggiano è stato tra i firmatari di un esposto contro la municipalizzata dei rifiuti, colpevole di aver prodotto dati inesatti sulla raccolta differenziata). “Dov’è il nuovo contratto? Possiamo vederlo? Perché i commissari – interroga di Giuseppe – non sono chiari su questo punto? E inoltre, anziché continuare a parlare dello scioglimento per presunte infiltrazioni del nostro comune, perché qui non ci chiediamo come mai i soldi della Regione continuano a fermarsi a Bari?”

L’UNIVERSITA’. A quest’ultima domanda risponde Leonardo Palmisano nel suo intervento, in qualità di cittadino del capoluogo regionale e di osservatore non privo di esperienza in Capitanata. “Perché Bari ha una squadra di progettisti ormai consolidata – dice – quasi storica, in grado di intercettare fondi continuamente, a differenza di Foggia e di altre città della Puglia. Avete un’università che non è l’ultima in Italia, al contrario – propone Palmisano – perché non la coinvolgete a livello di progettazione? Perché non tirate dentro forze giovani in grado di produrre conoscenza?

”I SIGNORI DEI VOTI. Intanto De Sabato segna, appunta, scrive. Modella, all’impronta, quello che sarà un programma elettorale generato dal basso: “creare una sinergia amministrativa con l’Università di Foggia – ammette – è una buona idea”. E ancora, di sua sponte: “Ripartire dalla credibilità di persone moralmente inappuntabili e in grado di stabilire una connessione sentimentale con la gente. Istituire, come primo atto di governo, un comitato di trasparenza, legalità ed efficienza amministrativa”. Idee valide, da consegnare al candidato sindaco che verrà e che, a questo punto della partita, è opportuno indicare. Purché, quasi tuona De Sabato, non si tratti “di uno dei ‘signori dei voti’ che ben conosciamo. Quelli devono restare fuori”.

di Alessandro Galano


 COMMENTI
  •  reload