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Sognando Mary e la piccola Natasha: storia di Jerry che ama a distanza (per ora)

Abitare le Relazioni, una nuova narrazione a lieto fine

Jerry viene da Benin City ed è un rifugiato politico “mancato”. La sua, però, è una storia d’amore, con tanto di lieto fine già scritto. Manca solo l’abbraccio, quello finale. Da film.

MARY E NATASHA. È l’ultima narrazione, in ordine di tempo, fiorita attorno ad “Abitare le Relazioni”, progetto di housing e co-housing sociale sostenuto da Fondazione con il Sud e messo in atto da Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Smile Puglia, Mestieri Puglia, Aranea e Comunità Emmaus: soluzioni abitative, accompagnamento, formazione e reinserimento sociale e lavorativo di persone in difficoltà, italiani e stranieri. Anche in tempi di Coronavirus, infatti, i destinatari del progetto continuano a raccontare le loro storie e, come tutti, ad aspettare tempi migliori. Per Jerry questo si traduce soltanto in due nomi, i più importanti della sua vita: Mary e Natasha.

L’INCIDENTE E LO SQUARCIO. L’incubo, per lui, ha una data precisa: 3 settembre 2013. Quel giorno Jerry è a scuola, nella sua città, Benin City, Nigeria. Gli arriva una telefonata, quella che chiunque, in Africa come in Europa, non vorrebbe mai ricevere: padre, madre e fratellino di sette anni sono morti. Un incidente, gli dicono. Suo padre però, è un politico: da qualche settimana l’aria è cambiata nel suo Paese e si è ritrovato all’opposizione. La conferma che forse non è stato un “normale” incidente stradale a Jerry arriva qualche giorno dopo: alcuni sconosciuti piombano in casa sua, vogliono dei documenti, lo minacciano. Jerry nega, non ha nulla, non sa: è solo uno studente. Lo squarcio nell’addome che gli fanno ha un significato: deve andare via.

“OGNI GIORNO MINACCE”. “Non potevo neanche andare in ospedale, non potevo andare dalla polizia – racconta Jerry nel breve video postato sulla pagina Facebook di Abitare le Relazioni – tutto contro, tutti corrotti”. L’unica speranza, per lui, è raggiungere l’Europa. L’Italia. Si mette in cammino, attraversa il deserto, arriva in Libia. Qui, il destino di molti: sfruttato, schiavizzato nei campi di lavoro, venduto e svenduto, in attesa di raggiungere la cifra giusta per lo scafista di turno – altro che porto sicuro. “Ogni giorno minacce – dice – ogni giorno con le pistole, ogni giorno a chiederci i soldi”.

L’AMORE NELLA PRIGIONIA, IN LIBIA. Qui però, Jerry incontra Mary, una ragazza nigeriana come lui: si innamorano, riescono ad amarsi persino lì, dove sarebbe impensabile per chiunque, per tre anni lunghi di contenzione e prigionia. Poi, la notizia: lei rimane incinta e qualche ceffo decide di dividerli – “Le donne gravide – racconta Jerry a microfono spento – sono ritenute un peso e vengono fatte sparire”. Intanto, partono tanti barconi e, con quel poco che è riuscito a ottenere, viene venduto a uno scafista e da qui, dopo una traversata drammatica, riesce ad arrivare in Sicilia, Italia. Il 13 settembre del 2016.

L’ARRIVO NEL FOGGIANO. Jerry lavora, si sposta, risale la Penisola. Arriva in Puglia, nel foggiano: è laureato ma deve accontentarsi di lavorare in campagna. Entra in contatto con i ragazzi e le ragazze che, mesi dopo, daranno vita al progetto Abitare le Relazioni, viene aiutato, si fa conoscere per la persona che è, un bravo ragazzo che sta simpatico anche ai poliziotti, spesso accorsi in suo aiuto – verrà anche rapinato da alcuni delinquenti durante un ritorno a casa, al termine di una giornata di lavoro nei campi, picchiato per 120 euro. Da maggio 2019 poi, l’ingresso a Masseria Anna Ceci, in co-housing: condivisione di spazi, strutture e lavoro, insieme con altre persone, italiane e straniere.

LA SCOPERTA FINALE. E qui avviene il piccolo, grande miracolo. Risale a qualche mese fa, quando ormai aveva perso ogni speranza. La notizia gli arriva attraverso Facebook, per caso, com’è il modo in cui accadono le cose più belle. Mary, la donna amata nel campo di prigionia libico, è viva. È riuscita a rientrare in Nigeria, scappando ai suoi aguzzini, e non è sola. Con lei, adesso, c’è Natasha: ha tre anni, è sua figlia. Il frutto di un amore fiorito nel deserto, in tutti i sensi. Da quella scoperta, non passa giorno in cui non si sentano telefonicamente: Jerry, Mary e Natasha. Un lieto fine a distanza, sia pure. Nell’attesa del ricongiungimento. Dell’abbraccio finale – e al diavolo il distanziamento sociale.

di Alessandro Galano


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