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L’anatema del vescovo contro i foggiani: “Siete una città poco cristiana. E sbagliate anche gli auguri…”

Ha scelto la notte più importante, per ogni cristiano. E durante l’omelia nella Messa di Natale, in Cattedrale, ha lanciato il suo fendente: “Siete una città poco cristiana”. E’ l’accusa ai danni di Foggia – e dei foggiani -, rivolta dall’arcivescovo di Foggia – Bovino, monsignor Pelvi. Che tutta quell’atmosfera di festa ‘laica’, durante l’intera giornata della Vigilia, evidentemente non l’ha digerita.  

LA RABBIA. Tanto contrariato, da arrivare addirittura a mettere in dubbio la credibilità degli auguri per le feste. “Fate gli auguri di buon Natale in luogo di Santo Natale, formula che restituisce invece la cristianità della festa”, ha tuonato durante la celebrazione. E sull’effetto ‘festa’ che ha invaso la Vigilia di Natale a Foggia, portando in centro migliaia di persone, ha poi ulteriormente sbottato: “Oggi il vescovado è stato infestato dagli olii: ma non erano quelli crismali, bensì solo quelli di frittura”, con evidente riferimento allo street food ospitato in piazza Battisti (e contrastato  dalla Curia, senza effetto). 


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di Redazione 


 COMMENTI
  • acqua103

    25/12/2017 ore 18:44:33

    Io c'ero ieri sera in cattedrale... è stata una celebrazione intrisa di preghiera, il vescovo ha parlato a braccio, non ha tuonato anatemi o proclami... anzi, allo street food, ha riservato una battuta finale evidenziando il contrasto della vigilia del natale cristiano fatta di attesa e silenzio e quello vissuto in città pieno di rumore e cibo...una breve parentesi in un discorso ricco di contenuti, attenzione alla vita, alla povertà, al prossimo... ma come al solito i titoli fasulli fanno notizia e clamore... che sia per tutti noi un Santo e Buon Natale.
  • doctor18

    26/12/2017 ore 10:34:09

    Il signorino qui evidentemente voleva piu soldi per la chiesa....
  • Giuseppedonatacci

    26/12/2017 ore 13:10:31

    Finalmente una voce autorevole si è levata contro lo show della vigilia di Natale a Foggia. Atmosfera più da capodanno che di Natale, con sottofondo rumoroso e odori poco gradevoli che fanno perdere definitivamente il senso vero della vigilia, quando era obbligo digiunare e fare silenzio per far posto al cibo spirituale della Parola.
  • Anna Maria

    26/12/2017 ore 19:05:33

    Comprendo la rabbia del nostro Arcivescovo, Monsignor Pelvi. Io sono stata negativamente colpita dalla musica che si sentiva per le strade del centro,il giorno della vigilia: non quella dolce dei canti natalizi, ma quella assordante da discoteca. E da discoteca era anche l'abbigliamento di molte persone.
  • barbara

    29/12/2017 ore 10:46:37

    Eccellenza, Monsignor Pelvi, ho sentito la necessità di scrivere queste righe per comunicare il mio pensiero perciò che è accaduto la Vigilia di Natale. Sin da piccola mi è stato insegnato che la vigilia è una festa che ci prepara alla nascita di Gesù Bambino. Il 24 Dicembre la mia Foggia, la nostra Foggia ha vissuto una situazione di profonda decadenza, e degenerazione che ha suscitato nell'animo di molti un senso di orrore, di ribrezzo. Va anche registrata una forte caduta della qualità della fede, perché il popolo cristiano, sviato, non sa più cosa sia veramente il Natale e cosa è chiamato a celebrare. Per ragioni commerciali e non certo 'spirituali' si è cercato di allestire, predisporre, una festa che vada verso il consumismo, o un modo di apparire e vivere questa festa che rinuncia a simboli e segni verso chi è estraneo alla fede cristiana. Sembra che la vigilia, anziché essere un tempo di preparazione e di maggior consapevolezza di ciò che si celebra, sia un pretesto per altre irrispettose manifestazioni. Ma il primo cittadino dice che è ciò che vogliono i cittadini. Non vi è alcun rispetto nè verso le persone e le cose che ci circondano né verso la società. E’ venuto meno anche il rispetto per noi stessi. Il rispetto è certamente uno dei “valori della vita.” Per nostra grande sfortuna siamo amministrati da gente che in nome e per conto della politica non fa gli interessi del popolo né quelli della città che è scelta da noi per governare. Le chiedo in ultimo un pensiero e una preghiera per noi Foggiani e per la città al fine che possa ritornare nello splendore, nella giustizia e nell’onestà dei tempi dei nostri nonni e dei nostri genitori.
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